Una busta con all’interno un proiettile e le minacce hanno fatto scattare la ‘vigilanza dinamica’, ossia il livello più basso di tutela, per l’allenatore dell’Inter Antonio Conte. Dunque, dopo la misura decisa dalla Prefettura di Milano, pattuglie di polizia e carabinieri passeranno in strada con più frequenza intorno allo stabile milanese dove vive l’allenatore, e agli uffici della società nerazzurra. Al momento l’ipotesi prevalente sarebbe “l’azione di un mitomane”. La busta e le minacce sarebbero arrivate “qualche giorno fa”. Al momento tutti i reperti sono stati sottoposti al vaglio di accertamenti scientifici. Non esisterebbe alcuna frase, nelle minacce, che faccia pensare “a qualche ambiente di spessore criminale” o a “qualche frangia del tifo organizzato”. Il livello di rischio verrebbe per questi motivi ritenuto “molto basso”. La Procura di Milano ha così aperto un’inchiesta, al momento a carico di ignoti, per minacce aggravate e detenzione di munizioni. L’indagine è coordinata da Alberto Nobili, responsabile dell’antiterrorismo milanese, e delegata ai Carabinieri del nucleo investigativo. La moglie di Antonio Conte, però, dal suo profilo Facebook, ha commentato le notizie che riferiscono di una busta con un proiettile recapitata al tecnico dell’Inter Antonio Conte scrivendo: “Per la cronaca: la storia del proiettile è una bufala! E comunque in Italia siamo messi proprio male come comunicazione per la serie: mi alzo, invento e scrivo! Senza pensare mai alle conseguenze”. La lettera, però, è arrivata davvero ed è stata recapitata all’Inter: è stato lo stesso club nerazzurro a precisare le circostanze della vicenda: “Antonio Conte non ha ricevuto personalmente alcuna lettera minatoria e, di conseguenza, non si è recato in prima persona a sporgere denuncia. È stato il club a ricevere una lettera e, come da prassi in questo genere di situazioni, ha provveduto a rivolgersi alle autorità competenti”.