Cremona: inceneritore, si riapre la battaglia per la chiusura

Cremona. Non tutte le speranze di far chiudere l’inceneritore di San Rocco entro il 2024 si sono spente, a sentire Marco Pezzoni dell’associazione CreaFuturo. C’è infatti una scadenza che permette di riaprire il confronto con Linea Ambiente e, in ultima analisi, A2A. La nuova commissione europea, presieduta da Ursula von der Leyen, poco dopo l’insediamento ha indicato le BAT, ovvero le migliori tecniche disponibili, di cui tutti gli inceneritori o termovalorizzatori europei devono essere dotati entro quattro anni, compreso l’impianto di Cremona. La Gazzetta ufficiale europea ha già pubblicato e reso ufficiale la disposizione. Può essere quindi l’occasione, per il sindaco Gianluca Galimberti, di dimostrare una volta per tutte che i rapporti fra Cremona e A2A sono veramente di alleanza fra territori che hanno deciso di diventare partner, e che l’acquisizione del 51% delle azioni di Lgh non pone Milano e Brescia in posizione così dominante da toglier voce in capitolo a Cremona. L’aggiornamento degli impianti alle Bat, le migliori tecniche disponibili, sarà comunque meno costoso, per le multiutility, della chiusura, che Lgh ha prefigurato nel 2024. Le Bat infatti sono selezionate da commissioni internazionali miste, cercando di tutelare la stabilità dei bilanci. Saranno adottati nuovi sistemi di abbattimento delle polveri, ad esempio dei furani e delle diossine, in grado di tutelare di più la salute, senza mandare fuori mercato le aziende. Quindi l’inceneritore di San Rocco potrebbe chiudere solo per una scelta politica, non economica, dato che l’impianto produce ricavi rilevanti. Spetta al sindaco, quindi, uscire dall’ambiguità, dimostrare di avere un peso decisionale nei confronti di A2A e mantenere la promessa di chiudere l’impianto di San Rocco sulla base di un piano industriale. 

Paolo Zignani