Trenord, treni nuovi ma entro nove anni

CREMONA Impianto di climatizzazione che si autoregola in base al numero di passeggeri, wi-fi, prese usb per la ricarica dei cellulari, riduzione dei consumi elettrici del 30%, telediagnostica da remoto per migliorare la gestione in tempo reale. Il treno Caravaggio realizzato da Hitachi e presentato un mese fa da Trenord a Milano è quanto di più moderno si possa immaginare, tanto più dopo i disagi quotidiani dei pendolari. Il presidente della Regione Attilio Fontana, che ha il 50% delle azioni di Trenord, ha dichiarato che “è partita la rivoluzione”, ma per l’esperto di trasporti Dario Balotta, di Europa Verde, questo più che ottimismo è sprezzo del pericolo perché quei treni arriveranno forse tra nove anni. Dal 2002 al 2008 sono entrati in funzione, come ricorda Balotta, ben 78 treni TSR costruiti dall’Ansaldo Breda, previsti dal precedente, costoso piano di ammodernamento della flotta: le condizioni del materiale rotabile, però, sono ancora al collasso. E lo dimostra anche il guasto di stamattina a Milano porta Garibaldi, costano altri ritardi e soppressioni ai passeggeri cremonesi. L’assessore regionale Claudia Terzi, ancora una volta, accusa RFI. Intanto Trenord ha annunciato 161 nuovi convogli, di cui 100 Hitachi (ex Ansaldo Breda), 31 Alstom e 30 Stadler (ibridi diesel-elettrici). Babbo Natale, però, ci metterà una decina di anni a consegnare i nuovi treni. Infatti, come nota Balotta, l’ex fabbrica Ansaldo Breda di Pistoia, ora giapponese, ha una capacità produttiva di due convogli al mese. E oltre ai 100 ordinati dal Pirellone, ne deve produrre altri 105 per Trenitalia, che li destinerà alla Toscana, al Lazio, all’Emilia Romagna, al Veneto e alla Liguria. Ci vorranno 9 anni e otto mesi e solo nel 2028 sarà ultimata la distribuzione dei 205 treni in costruzione, con quali priorità per ora non si sa. D’altra parte è stata la Regione, dieci anni fa, a creare Trenord in nome del “federalismo ferroviario” e a stabilire che i treni se li sarebbe comprata da sola: da allora la situazione non ha fatto che peggiorare.

Paolo Zignani