Cremona Per quel che riguarda le politiche ambientali, alcuni dei i progetti più discussi negli ultimi giorni non passano dall’amministrazione comunale, che risulta priva di competenze o di informazioni. Quanto al parco fotovoltaico, proposto alla Fondazione città di Cremona dalla società veronese JUWI, oggi in consiglio comunale l’assessore all’ambiente Simona Pasquali, rispondendo all’interrogazione di Luca Nolli del M5S, ha preso le distanze dall’iniziativa, allontanando però l’ipotesi di un intervento del Comune contro il consumo di suolo agricolo di ben 15 ettari. Il mega parco fotovoltaico è una proposta di un’azienda privata, di cui eventualmente si discuterà durante la conferenza dei servizi presso il settore Ambiente dell’ente Provincia. La giunta non ha visto il progetto, che non è stato presentato nemmeno alla Fondazione, e non può tuttavia dare un indirizzo alternativo. L’iter autorizzativo, in corso Vittorio Emanuele II, non è ancora iniziato. Il Comune potrà presentare osservazioni, vincoli paesaggistici e chiedere mitigazioni solo in Provincia, se partirà l’iter della Valutazione d’impatto ambientale. In Comune, però, non è stato inviato nemmeno il progetto di Lgh-A2A, che intende, come Padania Acque, bruciare i fanghi di depurazione nell’inceneritore di San Rocco, ampliandone quindi l’attività e rinviando la chiusura, promessa dal sindaco Gianluca Galimberti già entro la precedente amministrazione e poi entro il 2024. Si parla ora di un rinvio al 2029. I capigruppo di maggioranza hanno presentato un ordine del giorno in cui esprimono perplessità sul progetto, che hanno chiesto a Lgh-A2A, che non l’ha nemmeno inviato. Il centrosinistra ribadisce la volontà di chiudere l’inceneritore: non esiste ad oggi però alcuna alternativa, nemmeno per la parte di teleriscaldamento, il 30%, che dipende dall’impianto di San Rocco.