Cremona. In Comune ormai si sono abituati. Due milioni di evasione fiscale accertati nel solo mese di gennaio, più altri quattro e mezzo accertati al 10 dicembre, non sorprendono l’assessore Maurizio Manzi che però ha un nuovo, potente alleato: l’ultima legge finanziaria, che dà più poteri alle agenzie di riscossione, come Ica Abaco, che dal primo gennaio è in grado di esigere il dovuto dovuti entro soli 60 giorni, per poi procedere subito al blocco dei beni. L’Imu e la Tari, dunque, come tutti i tributi municipali, diventano tasse di serie A, da non sottovalutare, pena il blocco dei beni, come il fermo dell’automobile, malgrado le polemiche che circondano la raccolta differenziata. L’avviso di accertamento ora sostituisce ben tre atti fino all’anno scorso distinti: impositivo, esecutivo e precetto, che davano ciascuno due mesi di tempo al contribuente. Ora dopo 60 giorni e non più 180 bisogna mettersi in regola o fare ricorso. L’amministrazione verifica la posizione del contribuente e la sua eventuale fragilità economica, concedendo fino a 72 rate, ma per l’evasore senza scuse non c’è via di salvezza. L’alternativa è che sia il Comune a pagare, facendo però salire le tasse, visto che il bilancio è di soli 85 milioni annui. Gli avvisi emessi in questi giorni, dunque, sono ben più perentori che in passato. Rispetto alle scadenze del solo 2020, con l’accertamento datato 15 gennaio, partono 380 avvisi di pagamento dell’Imu per un totale di un milione e 681mila euro e altri 730 avvisi Tari, per un totale di 330mila euro. Il 10 dicembre, controllando come sempre i pagamenti dovuti negli ultimi cinque anni, mancavano quattro milioni e mezzo dalle casseforti municipali, e sono così partiti 3.581 avvisi per il recupero dell’Imu, per un totale di tre milioni e 644mila euro e altri 1.925 avvisi Tari. In questo caso l’ammanco complessivo è di 806mila euro. In tutto, più di seimila avvisi in due mesi, per sei milioni da recuperare.
Paolo Zignani