i è riunito dalle 10 a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, il gruppo di lavoro istituito dal sindaco, Giuseppe Sala, per cercare di offrire la più ampia collaborazione, per ciò che compete al Comune, a Regione, Prefettura e istituzioni in seguito ai contagi da Coronavirus in Lombardia. Nel gruppo di lavor, presenti, tra gli altri, la vice sindaco e assessore alla Sicurezza del Comune, Anna Scavuzzo, l’assessore alle Politiche sociali e abitative, con delega alle politiche di prevenzione sanitaria, Gabriele Rabaiotti, il direttore della Protezione civile di Milano, Cristiano Cozzi. Il Comune di Milano ha deciso di sospendere dalle attività lavorative i dipendenti dell’amministrazione e delle società controllate che provengono dai comuni “dove sussiste un cluster di infezione”, come diffuso in una nota diramata dopo il tavolo di lavoro che si è riunito stamattina a Palazzo Marino. Il Comune ha dato così attuazione all’ordinanza del Ministero della Salute e della Regione Lombardia. Sarebbero una quindicina i dipendenti del Comune sospesi dal lavoro. La capogruppo del M5S Patrizia Bedori ha chiesto al sindaco di dare subito disposizioni affinchè i comunali che hanno rapporti con l’utenza, come sportellisti, protocollisti e amministrativi, si astengano dall’erogare il servizio se non in modalità protetta, come con l’uso di un vetro di separazione dal pubblico. Intanto, mentre proseguono i vertici in prefettura e gli aggiornamenti dalla Regione, anche le aziende di Milano e dell’hinterland si stanno attrezzando per fronteggiare l’epidemia che ha colpito la Bassa lodigiana. Da questa mattina gli uffici del personale dei grandi gruppi come Eni, Snam e Saipem stanno contattando uno a uno i dipendenti che risiedono nei comuni indicati tra quelli a rischio, in tutto 11. L’indicazione che viene data loro è di rimanere a casa ed evitare il più possibile i contatti sociali. I danni della diffusione dell’epidemia, oltre che sulla salute, si faranno sentire anche sull’economia, secondo quanto evidenziato dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. A pagare sono anzitutto le imprese interessate dalle aree di quarantena, soprattutto piccoli esercizi commerciali. Una situazione eccezionale che non può reggere se protratta nel tempo. Altri settori, legati a turismo, ristorazione, accoglienza e trasporti sono in difficoltà e registrano perdite di fatturato già rilevanti. Negli alberghi milanesi in questi giorni si registra un calo dell’occupazione fra il 5 e il 10% con una diminuzione del fatturato stimabile nel 15%.