Doping nelle palestre:6 arresti dei Nas

Sei arresti – tre in carcere e tre ai domiciliari. E’ il bilancio di un’ampia indagine su un traffico di anabolizzanti e sostanze dopanti, in particolare l’ormone della crescita, reperite grazie a ricette “contraffatte” e rivendute “nel settore del bodybuilding” e, più in generale, ai “frequentatori” di alcune palestre. L’ordinanza è stata firmata dal gip Guido Salvini, su richiesta del pm Francesco De Tommasi nell’inchiesta con al centro l’accusa di associazione a delinquere. Gli steroidi, scrive il gip, e il ‘Gh’, “noto come ‘Ormone della crescita’ quali alterazioni a livello epatico, a livello cardiocircolatorio come ictus e infarto e favoriscono il diabete e alcuni tipi di tumore”. Uno degli arrestati, come si legge in un’intercettazione del marzo 2019, dice di essersi sentito “male mentre si allenava”. L’indagine denominata “Solferino”, condotta dai carabinieri dei Nas coadiuvati nella fase esecutiva dai militari dei Comandi Provinciali territorialmente competenti, è partita nel mese di giugno 2018 a seguito del sequestro di false prescrizioni mediche presso una farmacia del capoluogo lombardo, risultate oggetto di furto presso vari studi medici del milanese. Gli esiti raccolti nel corso delle indagini hanno permesso di identificare due distinte associazioni per delinquere dedite entrambe all’illecito approvvigionamento di medicinali dopanti, in particolare contenenti il principio attivo “somatropina”, conosciuto anche come ormone della crescita, che venivano poi ricettati e smerciati nelle palestre delle province di Milano, Varese, Pavia e Lodi. L’esecuzione dei provvedimenti giudiziari rappresenta la conclusione di una più ampia attività investigativa condotta dal NAS che aveva già consentito, nella prima fase di indagini preliminari, di trarre in arresto uno dei sodali, dedito all’illecito commercio delle sostanze anabolizzanti, deferire complessivamente all’A.G. 53 persone nonché sequestrare farmaci ad effetto anabolizzante e ricette mediche “rosse” di provenienza illecita, in parte già oggetto di rimborso dal S.S.R., per un danno alla sanità pubblica quantificato in circa 11.000 euro.