“Fuel discount”: Gdf, 13 arresti e 22 perquisizioni

Oltre 100 i finanzieri coinvolti, supportati da unità cinofile e con l’ausilio di unità aeree, 13 arresti e 22 perquisizioni in tutt’Italia. Sono i numeri dell’operazione “Fuel Discount”. Le fiamme gialle hanno sradicato un’organizzazione criminale che in poco più di due anni avrebbe riciclato in Italia e all’estero i proventi illecitamente accumulati e che, secondo gli inquirenti, aveva a capo soggetti contigui alla camorra e alla criminalità romana. ” I soldi ‘guadagnati’ dal gruppo servivano a pagare provvigioni e stipendi in nero, ma anche auto lussuose come Lamborghini, Porsche e Ferrari e anche un orologio Patek Philippe da centomila euro. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto di Pavia Maria Venditti e dal sostituto Alberto Palermo, è iniziata quando la Gdf di Pavia si è insospettita per l’aumento considerevole dell’arrivo a un deposito di Vigevano di cisterne provenienti da Slovenia e Croazia. Grazie alla collaborazione della Polizia stradale e dell’ufficio delle dogane, le fiamme gialle hanno scoperto frodi a carosello. In pratica, il carburante veniva acquistato nella Repubblica Ceca, a Cipro, in Croazia, Romania e Slovenia attraverso società cartiere e poi con un giro di fatture false del valore stimato di 400 milioni di euro, rivendevano il carburante o lo utilizzavano in una serie di distributori stradali che gestivano fra Piemonte, Veneto e Lombardia. Al capo della banda sgominata oggi c’era un quarantacinquenne di Roma, che gli altri chiamavano ‘Semidio’ o Gesù’. Oltre a lui, che si occupava della gestione operativa della società, ai vertici c’erano un uomo soprannominato ‘Romeo’, 41enne domiciliato in una lussuosa villa nella zona Est di Roma, roccaforte dei Casamonica, e l’altro, chiamato ‘Stefano’, napoletano di 47 anni fratello di un organico del clan camorristico Polverino. L’organizzazione criminale, secondo gli inquirenti, si stava rapidamente espandendo in Italia. Il meccanismo prevedeva la falsificazione dei bilanci delle società (ai domiciliari è finito anche un commercialista di 54 anni di Pavia) e il mancato versamento delle imposte.