Sindaci in Regione per salvare ospedale Cremona

Cremona Un documento di tre pagine fitte di proposte per il rafforzamento dell’ospedale Maggiore di Cremona e del presidio Oglio Po di Casalmaggiore, in rete con l’ospedale di Crema, in un tavolo presieduto dall’Ats Valpadana. Lo presenterà martedì in Regione, all’assessore Giulio Gallera, la delegazione dei sindaci del territorio, allo scopo di salvare i due reparti che la giunta regionale potrebbe declassare, la terapia intensiva riservata ai neonati e il Dea, dipartimento d’emergenza e accettazione. In entrambi i casi il nosocomio cremonese non raggiunge il numero minimo di utenti previsti dalla legge nazionale, e quindi è destinato a subire un ridimensionamento. Il che significa che i neonati più gravi, sotto le 26 settimane, saranno curati a Brescia. Si oppongono il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, il presidente della Provincia Mirko Signoroni, il sindaco di Stagno Roberto Mariani, che rappresenta i Comuni soci dell’azienda sociale del Cremonese con il suo vice Luca Moggi, sindaco di Pizzighettone. Con loro si recheranno al Pirellone anche Nicoletta Domaneschi e Attilio Zabert, presidente dell’assemblea dei sindaci e sindaco di Pieve d’Olmi. La delegazione è stata allargata ad esponenti di diverso colore, per evitare l’impressione che si conduca una lotta legata agli interessi elettorali del centrosinistra. La direzione dell’ospedale Maggiore smentisce l’esistenza di qualsiasi problema particolare: in fondo per il direttore Giuseppe Rossi si tratta solo di trasferire a Brescia una quindicina di bambini all’anno, mentre il reparto d’emergenza e accettazione, che comprende il pronto soccorso, non è stato ancora ufficializzato. I sindaci, sostenuti da una petizione che in un giorno ha raggiunto le 13mila firme, contestano l’impoverimento della sanità pubblica in provincia di Cremona, poco attraente per i medici più richieste. Anche altre strutture in Lombardia non raggiungono il numero di pazienti previsto dalla legge, eppure, come notano i sindaci del territorio, sopravvivono; Cremona invece non ha santi in paradiso, o meglio al Pirellone.

Paolo Zignani