Covid 19, lodigiano: si cercano posti letto

Lodigiano Altri 18 posti letto destinati ai pazienti affetti da coronavirus sono stati ricavati nell’area di nefrologia dell’ospedale Maggiore di lodi. Attualmente le aree dedicate sono 4, oltre al pronto soccorso e alla rianimazione. In totale, esclusi i posti della terapia intensiva e del pronto soccorso, i letti dedicati nelle varie aree, denominate con un colore diverso, sono già 111. E nei giorni scorsi l’Asst aveva predisposto stanze per accogliere i nuovi medici e infermieri inviati in corsia, all’ex padiglione maternità di Lodi e all’ospedale Delmati di Sant’Angelo. Un lavoro incessante nel lodigiano, focolaio del virus e zona rossa dove il sistema sanitario sta cercando in tutti i modi di resistere all’emergenza sia in termini logistici che di forza lavoro ormai allo stremo. Ma ad essere messi duramente alla prova sono tutti i residenti del lodigiano prigionieri del nemico invisibile che sta mettendo in ginocchio l’intero sistema Italia. Intanto ieri Papa Francesco ha telefonato al vescovo di Lodi, Monsignor Maurizio Malvestiti. E’ stato lui stesso a spiegarlo ai fedeli nella lettera con cui spiegava la decisione della Conferenza Episcopale Lombarda di confermare la celebrazione delle messe a porte chiuse. Un gesto che ha profondamente commosso la comunità di fedeli. E mentre segnali di grande vicinanza e di preghiera arrivano dal Vaticano i comuni lodigiani continuano a fare i conti con grandi disagi. Così il comune di Codogno nel frattempo ha lanciato una raccolta fondi per l’emergenza Coronavirus. Sul sito della cittadina del Lodigiano dove si è verificato il primo caso accertato e dove ora sono in vigore le misure più dure per limitare il contagio, sono apparse le coordinate bancarie per fare donazioni dall’Italia e dall’estero. “Il fondo – si legge sarà utilizzato per rilanciare l’immagine del Comune e promuovere azioni a beneficio della Città”. Da Castiglione d’Adda arrivano le lamentele non solo dai cittadini del paese ma di tutti i dieci Comuni dell’area, che chiedono il rispetto delle misure di prevenzione e contenimento dell’infezione là dove molte persone pare non le rispettino, vale a dire: mantenere la distanza di un metro, restare a casa, lavarsi le mani, mettere la mascherina e tenere a casa chi è più fragile, come gli anziani.