Brescia. Un’attenzione maggiore e risposte urgenti e più incisive, a fronte del “perdurare di una situazione che continua a creare profonde lacerazioni, sofferenze e purtroppo ancora un numero elevato di decessi in tutte le Comunità locali bresciane. Sono le richieste dei sindaci del territorio bresciano che, nel documento inviato al premier Conte, hanno sottolineato, in particolare, “numerose criticità rilevate sul fronte ospedaliero, nonché di quello delle RSA e dei servizi residenziali per la disabilità, ove il personale risulta essere stato sottoposto a fortissima pressione, a causa dei massacranti turni di lavoro e a un elevato pericolo di contagio, anche per la perdurante difficoltà di reperire e ripristinare con tempestività i Dispositivi di Protezione Individuale, necessari in numero elevatissimo”. Nel frattempo, anche l’Ordine dei Medici di Brescia avanza una proposta, ossia effettuare test diagnostici per COVID 19 su lavoratori clinicamente guariti addetti a servizi essenziali di pubblica utilità. Dopo un iniziale, inevitabile, momento di incertezza legato alla straordinarietà del fenomeno, la medicina del territorio attualmente è in grado di mantenere a domicilio un numero sempre maggiore di casi. Per questo si chiede di eseguire i tamponi prima del rientro al lavoro, a quei pazienti clinicamente COVID 19 seguiti dalla medicina territoriale senza che vi sia stata necessità di ricovero ospedaliero (e agli asintomatici al termine della quarantena) che siano lavoratori impegnati in settori strategici per il buon funzionamento del sistema emergenziale, almeno nella fase contingente. In questo modo, come già in atto per gli operatori sanitari, non si rischierebbe di fare rientrare al lavoro pazienti potenzialmente infettanti che potrebbero compromettere il funzionamento di servizi essenziali determinando, nel contempo, ulteriore diffusione della malattia. Inoltre, da un sondaggio rapido e grezzo, fatto tra i colleghi della medicina generale, si tratterebbe di fare tamponi a circa 5000, massimo 6000 persone attualmente in malattia. Nel frattempo, da questa mattina l’ospedale Civile di Brescia potrà contare anche su un supporto di 15 tra medici, infermieri e paramedici provenienti dalla Polonia. E uno degli elementi indispensabili è che alcuni di questi sono specializzati nella terapia intensiva.