In una determina uscita stamattina compaiono due righe che valgono una sentenza: “A causa dei forti eventi atmosferici delle scorse settimane si ritiene urgente e indifferibile effettuare interventi di potature per la messa in sicurezza di alberi nella zona nord del territorio comunale”. In tutto se ne vanno così una trentina di piante massacrate dall’ultimo temporale: per la massa di foglie e rami che hanno, quando vengono investite dal vento e dalla pioggia non riescono a fare resistenza e si sradicano violentemente. Su 26mila alberi che si trovano sul territorio cittadino, alcuni, nella zona Nord di Cremona, hanno ceduto alla potenza del maltempo. Così il Consorzio forestale di Casalmaggiore è stato invitato con urgenza e il 17 agosto ha presentato un’offerta con ribasso del 3,6% sull’importo a base d’asta, poi ridotta ancora dell’1,7% su richiesta del Comune, per un totale di 37mila euro scarsi Iva esclusa. Nel caso di ciascuna pianta andata in crisi, l’amministrazione prevede un controllo fitosanitario. Spesso al posto delle piante tagliate, si insediano le auto alla ricerca di parcheggio, a causa della lentezza dell’amministrazione nel togliere le ceppaie e ripiantumare, e quando ciò avviene il risultato spesso delude i cittadini, che vorrebbero un patrimonio verde sempre rigoglioso. Aumenta invece la legna da ardere nella centrale a biomasse, che sorge accanto all’inceneritore, alimentata dai contributi pubblici. Negli ultimi tre anni, il Comune ha fatto pochissime potature: le serre municipali oltretutto hanno personale molto scarso, destinate ormai alla privatizzazione. Altre operazioni di messa in sicurezza in altri Comuni, come a Soresina, hanno dato risultati amari per gli appassionati del verde, ad esempio in via Bergamo. Ci sono state un mese fa proteste a Crema, per un intervento in particolare, che ha scolpito un tronco a forma di sedile capovolto, in corrispondenza di un cordolo di cemento.
-Paolo Zignani-