Fascicolo sanitario: allarme sui dati sensibili

Se da una parte il fascicolo sanitario elettronico ha facilitato la vita ai cittadini italiani, che possono accedere ai servizi sanitari di prenotazione delle visite e dei farmaci senza più l’obbligo di recarsi fisicamente dal medico curante o negli sportelli delle Ausl, dall’altra preoccupa la gestione dei dati sensibili sanitari contenuti nel fascicolo. . Nel Fse sono infatti contenuti dati su ricoveri di pronto soccorso, referti, profili sanitari, informazioni su diagnosi, allergie, terapie, cartelle cliniche, vaccinazioni, certificati e tutta la storia sanitaria del proprietario. Durante il lockdown il Governo con l’art. 11 del D.L. 34/2020 ha riformato l’art. 12 della D.L. 179/2012, abrogando il comma 3-bis che consente di fatto di cedere i dati. Secondo “European Consumers” e“Mille avvocati per la costituzione” tale misura è grave perché lo Stato non sarebbe in grado di proteggere i dati personali e potrebbe inviarli ad altri stati e società private che operano a fine di lucro. I cittadini che desiderano negare il proprio assenso a questa schedatura elettronica che potrebbe classificare la popolazione anche in base alla propria storia vaccinale, possono scrivere una mail alla propria regione (dpo@regione.emilia-romagna.it o dpo@regione.lombardia.it)  oppure  proporre reclamo al garante per la protezione dei dati personali come previsto dall’art. 77 del RGPD seguendo procedure e indicazioni pubblicate su www.garanteprivacy.it