ISTAT: CREMONA FRA LE CITTA’ PIU’ INQUINATE

L’istituto nazionale di statistica ha pubblicato pochi giorni fa l’aggiornamento del report che raccoglie i dati sui superamenti dei limiti dell’Oms e dell’Ue rispetto a una serie di sostanze inquinanti, ed i risultati, per il Cremona suonano come una sentenza senza appello. Rispetto ai 35 giorni consentiti, sono stati 62 i giorni di superamento della media giornaliera di PM10 fissata in 50 μg/m3. La soglia di ozono, pericoloso per polmoni e l’intero sistema respiratorio, ha invece superato il valore limite per ben 53 giorni, mentre il biossido d’azoto ha raggiunto i 26 μg/m3 di concentrazione media annua. Secondo l’indicatore di sintesi di inquinamento atmosferico dei capoluoghi nazionali calcolato dall’Istat Cremona risulta tra le cinque peggiori città italiane, preceduta solo da Torino , Monza, Milano e Padova con superamenti pari al 58,3% di tutte le misurazioni effettuate, contro una media nazionale del 28,7%. Nel frattempo, mentre le amministrazioni pubbliche rimangono inerti dando la colpa solo alla conformazione geografica della pianura padana, e con sprezzo del buon senso e del rispetto per la salute, invitano i cittadini cremonesi a cercare aria pulita in montagna, un articolo appena pubblicato sulla rivista scientifica Heliyon da un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano e dell’università dell’Insubria conferma la correlazione tra inquinamento e suscettibilità al Covid-19. Attraverso un modello statistico che ha messo in correlazione fattori demografici, ambientali e variabili climatiche, tra le quali il livello di irradiazione solare, le due università italiane hanno evidenziato come “i livelli di biossido di azoto hanno avuto una correlazione con l’andamento dei casi anche durante l’estate, a conferma dei ben conosciuti effetti deleteri sulla salute umana e sulla suscettibilitàalCovid-19” eperquantoriguardainvecelepolveri,quellepiùsottili(Pm2,5)hanno portato “un peggioramento nella diffusione della malattia nel Nord Italia, suggerendo che l’inquinamento ambientale abbia avuto un ruolo non trascurabile nel promuovere il processo di infezione in tutta la valle del Po”. Quella dell’inquinamento dell’aria, nonostante convegni e parole rassicuranti, è diventato un problema cronico certificato anche dalla lettera che i pediatri italiani hanno inviato ai sindaci di tutta Italia, per mettere in guardia i primi cittadini dei gravi rischi sulla salute dei bambini, ma che non sta trovando la giusta attenzione da parte delle istituzioni.ISTAT