E’ mancato, all’eta di 67 anni, il dottor Stefano Scoglio, ricercatore scientifico e filosofo, di vasta cultura, esperto di microalghe di Klamath e dei loro effetti curativi per cui, nel 2018, è stato candidato al Premio Nobel per la Medicina. Era ricoverato all’ospedale di Urbino, sua città natale, dove è deceduto per le conseguenze della Sla che l’aveva colpito un anno fa. Dopo anni passati negli Stati Uniti dove rimase colpito dalle microalghe che si sviluppano sul filo d’acqua del lago da cui prendono il nome, tornò nelle Marche dove studiò dei particolari integratori formulati con questi vegetali che ebbero grande successo. L’alga Klamath aiuta e sostiene l’organismo nel delicato compito di eliminazione dei radicali liberi. Esiste una lunga casistica sugli effetti altamente positivi della Klamath sulla malattia di Alzheimer e altre malattie neurodegenerative come il Parkinson e la Sclerosi Multipla. Per due anni fu anche presidente dell’Urbino Calcio e poi intraprese una breve avventura politica. Scoglio era medico in prima linea nella battaglia per la libertà vaccinale e molto critico verso la gestione pandemica del Covid. Autore del libro APANDEMIA, un’analisi molto accurata e critica nei confronti dell’emergenza sanitaria che ci ha travolti negli ultimi quattro anni. Lascia la moglie Tasha, e i figli Gabriel e Alexandra. I funerali saranno celebrati martedì alle 10 nella chiesa di San Bernardino a Urbino, luogo a cui era molto affezionato perché al suo interno è conservato un famoso dipinto di Piero della Francesca.