Il nuovo regolamento sul “vino da uve biologiche”

 

Da recenti ricerche scientifiche risulta che vini e frutta sono gli alimenti più carichi di pesticidi in assoluto, a meno che non siano biologici in quanto in agricoltura biologica l’uso di erbicidi e pesticidi è vietato. La produzione di frutta biologica è regolata da tempo; più recenti sono le norme per la vinificazione.

Ma dal 1 Agosto 2012, i vini biologici possono finalmente riportare il termine “biologico” in etichetta, con il logo biologico UE.

Questo significa che il vino può ora essere legittimamente identificato come prodotto biologico. Ora che il vino biologico è completamente integrato nella legislazione comunitaria e, pertanto, entra a pieno titolo nella PAC (oltre ad essere argomento di ulteriori norme private), la produzione di vino biologico – sia in vigna che in vinificazione – può essere pienamente riconosciuta come ecologicamente, economicamente e socialmente sana. Finalmente abbiamo una solida base per un ulteriore sviluppo del settore, e già possiamo vedere una risposta positiva, con l’aumento della produzione e nuove iniziative in tutta Europa.

In passato, i vini potevano essere etichettati solo come ottenuti “da uve biologiche”. Il nuovo quadro legislativo, istituito dal Regolamento (CE) N. 834/2007, è stato completato dal Regolamento (CE) N. 203/2012 che stabilisce norme dettagliate sulla vinificazione biologica aprendo così la porta al vino biologico in Europa.

La viticoltura biologica presta particolare attenzione alla tutela dell’equilibrio naturale del vigneto e dell’ambiente circostante. Ciò significa che il mantenimento della fertilità del suolo è un prerequisito essenziale. Sono promossi i processi naturali biologici e i sistemi prevalentemente chiusi. In altre parole, l’obiettivo è quello di sviluppare la monocultura del vigneto all’interno di una policoltura attraverso la promozione della biodiversità.