No alle sostanze tossiche da sei aziende di moda italiane

Una moda libera da sostanze pericolose per la salute. La sfida lanciata da Greenpeace ai più importanti marchi internazionali con la campagna #TheFashionDuel, che coinvolge brand del calibro di Valentino fashion group e Benetton, raccoglie nuove adesioni. 6 importanti aziende italiane del comparto tessile si impegnano a produrre tessuti e accessori liberi da sostanze tossiche: Miroglio, Berbrand, Tessitura Attilio Imperiali, Italdenim, Besani e Zip. Miroglio textile ha investito 15 milioni di euro in pochi anni in tecnologia: l’ad Andrea Ferrero: “Abbiamo cambiato i parametri della stampa passando dalla tradizionale stampa con cilindro a rotativa a un sistema innovativo, la stampa inkjet a barra fissa. Abbiamo l’ambizione di arrivare a un processo produttivo privo di acqua”. Un modo per rendere le aziende più competitive a livello globale, riducendo impatto ambientale e costi energetici e allo stesso tempo dando al cliente un prodotto dal valore aggiunto a un costo accettabile. Luigi Caccia, presidente di Italdenim. “Abbiamo speso oltre 30 milioni di euro per costruire un’azienda tessile sostenibile in ogni passaggio”.Queste aziende hanno già eliminato dai processi produttivi 8 delle sostanze chimiche bandite da Greenpeace. Chiara Campione, responsabile della campagna per l’Italia: “L’impegno detox ha un impatto diretto su 70 milioni di articoli”. Greenpeace invita i grandi marchi che ancora mancano all’appello ad aderire alla campagna detox dell’associazione.