Sono considerate un vero e proprio paradiso esotico. Una di quelle mete nei sogni di tutti ma tristemente note, purtroppo ancora troppo poco, per essere uno dei maggiori fornitori al mondo di primati destinati ai laboratori di ricerca. Le Mauritius e in particolare gli allevamenti della Navs, sono al centro dell’investigazione portata alla luce dalla National Anti-Vivisection Society, nel Regno Unito, che ha rivelato le sofferenze nascoste delle scimmie allevate per la sperimentazione, sull’arcipelago tropicale. Veri e propri allevamenti di morte, dove, il destino dei primati che nascono, è segnato da una vita resa indegna dalla costrizione in gabbie, da una angosciante cattura prima di essere stivati in un cargo, destinazione Europa e Stati Uniti. Qui, poi, nei laboratori, dopo atroci sofferenze indotte dall’uomo, trovano una morte certa. Queste immagini documentano scene di ordinaria crudeltà. Le telecamere mostrano come inizia l’incubo di queste scimmie. Ammassate in migliaia in gabbioni di ferro, in preda al panico, guardano come il loro compagno, terrorizzato, viene catturato, malmenato e maltrattato. Con il piccolo saldamente e disperatamente aggrappato al grembo, la madre, sconvolta, viene catturata. Scene di routine per chi è nato in questi allevamenti. Non c’è pietà nemmeno per le scimmie gravide nel momento in cui viene loro rasato il pelo per un’ecografia di controllo e nemmeno durante i dolorosi test ai quali vengono sottoposte. Iniezioni sotto le palpebre, nelle cosce, che le rendono immobili, come peluches penzolanti. Questi cuccioli sono numeri, nient’altro che numeri, tatuati sulla pelle delicata, tra sofferenze atroci, dopo essere stati brutalmente strappati alle madri. Non c’è umanità nemmeno nella pulizia dei recinti, dove uno spray viene spruzzato inzuppando le scimmiette, come l’ennesima umiliazione. Gli animali, catturati con delle reti, tra grida strazianti, vengono poi rinchiuse in gabbiette per essere imbarcate su voli intercontinentali della Air France, l’unica tra le principali compagnie aeree passeggeri che non ha cessato il coinvolgimento in questo commercio brutale. Il Regno Unito è poi il più grande importatore di primati per la vivisezione, nonostante, come dimostrato più volte, il loro utilizzo è senza un reale bisogno, oltre che immorale. Questi dolorosi test causano sofferenze indescrivibili agli animali che muoiono durante gli esperimenti o, nella maggior parte dei casi, vengono soppressi dopo giorni, nonostante non abbiano avuto reazioni ai vaccini su loro testati. Tutto ciò comporta anche la perdita di fondi che potrebbero essere spesi in altro modo, per esempio, in metodi alternativi di ricerca. In questi giorni in cui in tutto il mondo impazza l’ice bucket challenge mania, vi invitiamo a condividere la sfida lanciata da Susanna Penco, biologa malata di Sla che si tira una secchiata vuota e propone di devolvere le donazioni per una ricerca senza vivisezione come quella portata avanti dal Centro Internazionale per le Alternative nella Ricerca e nella Didattica. Contribuite anche voi a far scrivere la parola fine a questi inutili test sulle scimmie, chiedendo al nostro Governo di cessare l’utilizzo dei primati nella ricerca, sollecitando, attraverso un messaggio, i parlamentari europei per sostenere il divieto agli esperimenti sulle scimmie inviato al sito www.theyworkforyou.com e Contattando Air France KLM per comunicare che avete intenzione di viaggiare con altre compagnie finchè non si impegneranno a fermare il trasporto di queste innocenti creature che, in passato e tutt’ora, sono rinchiuse anche nei laboratori italiani.
IBAN: IT33 R052 1651 0100 0000 0002 493?
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