Finalmente potremo vedere i macachi dell’Università di Modena fuori dalle gabbie dei laboratori. Un risultato reso possibile da anni di lotta della Lav di Modena, di azioni realizzate con Animal Amnesty e AnimaAnimale nel coordinamento “Salviamo i macachi”, grazie al sostegno di migliaia di cittadini uniti per protestare contro lo stabulario dell’Università di Modena dove si utilizzano macachi per test molto invasivi sul cervello. Grazie alla Lega anti vivisezione, il Comune di Modena ha firmato un protocollo d’intesa con il Rettore dell’ateneo che, con il positivo ruolo del nuovo preside della facoltà di Medicina, stabilisce la salvezza dei 16 macachi ai quali non erano stati inseriti apparecchiature nel cranio, stabilendo uno storico stop agli esperimenti sulle scimmie. La Lav ha già rinnovato al Comune di Modena la propria volontà di assumere la responsabilità dell’intera colonia dei macachi liberati, assicurando il recupero degli animali in centri specializzati dove, grazie ai fondi raccolti dall’associazione con il 5×1000, potranno ricevere le adeguate cure e vivere, per sempre, riscaldati dalla luce del sole e liberi di giocare. Durante la conferenza stampa i rappresentanti dell’Università, il Rettore Angelo Oreste Andrisano e il preside di Medicina Gian Carlo Pellacani, hanno spiegato che entro aprile termineranno gli esperimenti allo stabulario avviati nell’ultimo ciclo tre anni fa. La ricerca viene sospesa per due anni, per dedicarsi piu’ che altro all’analisi dei test prima di pubblicarne i risultati. Si proseguiranno gli esperimenti su un unico esemplare, inserito in modo irreversibile nella sperimentazione. La decisione, “autonoma”, e’ ufficialmente stata rilasciata degli stessi ricercatori. Il Rettore e il preside garantiscono che la battaglia portata avanti in questi anni dalle associazioni animaliste non ha condizionato la svolta, anche se Pellacani riconosce di aver terminato i test perchè i dati necessari sono gà stati raggiunti.
