La metodologia conservativa per curare le patologia delle vene

La flebopatia, letteralmente malattia delle vene è un termine medico che indica le patologie che colpiscono le vene degli arti inferiori. Si tratta di alterazioni della struttura delle valvole presenti all’interno delle vene, che normalmente impediscono al sangue contenuto di refluire in senso centrifugo: quando questa funzione viene persa, il sangue, ristagnando all’estremità, provoca danni da scarsa ossigenazione alla parete delle vene stesse, che si dilatano in alcuni punti, formando appunto le varici. Queste patologie sono sempre evolutive, spesso comportando fenomeni flebo-trombotici di varia gravità ed estensione. Da tempo il dottore Roberto Del frate specializzato in chirurgia vascolare e Responsabile dell’U.O. di Chirurgia Generale presso la Casa di Cura Figlie di San Camillo di Cremona si occupa di queste problematiche che colpiscono un numero sempre maggiore di persone nel mondo. Il 15 ottobre il dotto del frate i dirigenti dell’ ospedale maggiore policlinico di Milano la clinica mangiagalli,Con il Patrocinio della Scuola di Specializzazione Aggregata in Chirurgia Vascolare dell’Università degli Studi di Milano, hanno presentatoil primo simposio internazionale sugli aspetti emodinamici della fisiopatologia della diagnosi e delle terapie della malattia venosa. Un congresso che ha visto la partecipazione dei maggiori esperti internazionalli del settore che si sono confrontati sulle diverse metodologie di diagnosi e cura di queste malattie. Negli ultimi decenni si è assistito ad una vera e propria rivoluzione nel modo di affrontare queste malattie con l’avvento della diagnostica non invasiva doppler ad onda continua e poi dell’ecocolordoppler. La diagnostica emodinamica non invasiva con ultrasuoni ha ampliato gli scenari terapeutici con l’avvento della terapia emodinamica conservativa codificata da Claude Franceschi. La tecnica ampiamente praticata dal dottor Delfrate si propone come alternativa alle terapie demolitive ed ha la finalità primaria della conservazione del patrimonio safenico del paziente.