Animali sottoposti ai test su sostanze d’abuso

Dopo una durissima battaglia ecco che arriva la proroga degli inutilissimi esperimenti sugli animali di alcol, droghe e tabacco. In discussione al Senato, i senatori che hanno votato sì, dicendo: continuiamo a far fumare 300 sigarette al giorno a cani, gatti, topi e conigli. Continuiamo a fare esperimenti vecchissimi e inutili, deprecabili, insulsi, su decine di migliaia di animali.

Ci aspettavamo che anche in Italia si interrompesse definitivamente questa pratica — che prevede per esempio di bloccare animali anche gravidi in camere d’inalazione, spalmare loro tabacco sulla pelle, costringendoli a ingerirlo, iniettare alcol fino a fargli scoppiare il fegato — a inizio anno. Poi c’è stato un emendamento spuntato dalle esigenze di qualche ricercatore pubblico, ed eccoci qua con il Senato che ha prorogato di ulteriori tre anni l’uso di animali come cavie.a prorogare queste torture per altri tre lunghi anni.

La decisione, ovviamente, ha provocato l’immediata reazione della Lega Anti Vivisezione, da decenni la maggiore organizzazione antivivisezionista italiana, che già aveva sollevato un polverone quando il governo, nel Decreto Legge di fine anno, aveva fatto saltare il divieto di eseguire tali test dall’1 gennaio 2017 concedendo un anno di proroga.

“Gli animali sottoposti ai test su sostanze d’abuso <<spiega Michela Kuan, responsabile Lav Ricerca senza Animali>>  fumano l’equivalente di 266 sigarette al giorno, subiscono iniezioni o inalano i vapori dell’alcol immobili per ore, giorni. Questo, nonostante i risultati ottenuti possano risultare fuorvianti, soprattutto in un campo così complesso come la dipendenza che ha chiari risvolti sociologici e psicologici non riproducibili in un topo chiuso in una gabbia di un laboratorio!”.

“I metodi sostitutivi, già ampiamente in uso da anni in altri paesi, non vanno finanziati perché non validati, facendo finta di dimenticare ovviamente che sono proprio i metodi della sperimentazione animale a non essere mai stati validati da alcun lavoro scientifico” spiega il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. 

Peculiarmente, sono scontenti anche i fautori della vivisezione. “La proroga a tre anni << parole di Dario Padovan di Pro-Test Italia  >> rappresenta una media semplice tra le esigenze degli animalisti che non volevano deroghe, e la comunità scientifica che da anni sta cercando di far capire che questi capricci stanno di fatto bloccando milioni di finanziamenti alla ricerca italiana. I bandi internazionali hanno requisiti precisi, oltre che un respiro pluriennale: difficilmente un Istituto italiano potrà essere selezionato per svolgere un progetto più lungo di tre anni, con il rischio che il lavoro venga sospeso per un ipotetico divieto di legge. Avevamo chiesto l’abolizione di questo assurdo divieto che viola la direttiva europea in materia e che ha innescato il processo di infrazione, o avevamo proposto un prolungamento di 5 anni, periodo sufficientemente lungo da permettere agli Istituti Italiani di poter competere sui bandi europei, ma nulla”.