Cremona, Provincia: bilancio previsionale a fine settembre

Il consiglio provinciale domani potrà approvare il bilancio
previsionale 2017, con oltre nove mesi di ritardo, e senza poter ancora uscire
dalla crisi economica e di identità legata alla riforma Delrio, legge 56 del
2014, che ha ridotto le funzioni e le risorse. Il presidente Davide Viola ha
adottato lo schema di bilancio autorizzatorio per il 2017, ma a mero titolo
conoscitivo e formale per il 2018 e ‘19, dato che in corso Vittorio Emanuele II
non è possibile redigere previsioni vere e proprie per i prossimi due anni. La
navigazione a vista non è affatto conclusa. Se il 2017 chiuderà in pareggio
con 97 milioni e 559mila euro sia in entrata che in uscita, nei prossimi due
anni ancora non si sa con quali soldi l’ente Provincia onorerà il prelievo
forzoso di 21 milioni e 494mila euro previsto dallo Stato, che già quest’anno
ha richiesto, per il contributo di finanza pubblica, ben 17 milioni di euro e
mezzo per la stabilità dei conti pubblici nazionali. Le previsioni a titolo
conoscitivo del prossimo biennio consentono, però, il riscaldamento delle
scuole superiori, la manutenzione delle strade, lo sgombero neve e altre
funzioni fondamentali.
Il 24 agosto, il deficit era di due millioni 597mila euro sulle sole funzioni
fondamentali: il 21 la Conferenza Stato-Città ha stabilito i criteri con cui
ripartire i 100 milioni che lo Stato ha destinato a Province e Città
metropolitane per sanare gli squilibri di bilancio. Cremona ha ricevuto un
milione e 818mila euro: ne mancano 779mila, tuttavia l’amministrazione conta
di recuperare maggiori entrate rispetto al previsto e conta così di concludere
l’anno con un avanzo di 50mila euro. L’ente Provincia si prepara a pagare il
prezzo di tutte le riforme tagliasprechi: ad esempio 8mila euro in meno per le
autovetture di servizio, 36mila in meno per consulenze e collaborazioni,
726mila per il taglio del costo della politica, oltre alle riduzioni di risorse
pubbliche che tolgono fondi alla Provincia, il cui bilancio è diventato così
ormai meno consistente di quello dello stesso Comune di Cremona. Il
consiglio provinciale di domani alle 17.30 dovrà inoltre rivedere l’elenco delle
società partecipate, dopo le limitazioni imposte dal decreto Madia. Malgrado
la necessità di una politica territoriale per il rilancio economico, l’ente
Provincia ancora non può veder chiaro nel proprio immediato futuro.