In questa puntata di Box Salute, si parla delle ultime scoperte scientifiche in materia di disbiosi collegate alla sindrome fibromialgica e a diverse patologie mentali, come decadimento cognitivo, depressione parkinson, alzhaimer…. Questo approfondimento lo faremo con il dottor Giuseppe Pigoli, patologo clinico, oncologo esperto di malattie autoimmuni, disbiosi intestinale ed alimentazione.
Il disagio psichico resta uno dei grandi enigmi della medicina contemporanea. Allo stato attuale non esiste una spiegazione esaustiva e convincente circa le origini prime di tanti disturbi, dall’ansia alla depressione, fino alle psicosi. Ebbene una ipotesi inedita in merito è quella legata alle conseguenze della disbiosi intestinale, cioè ai disordini della flora batterica. È la conseguenza della teoria dell’intestino come “primo cervello”. Intestino e cervello sono strettamente collegati tra loro. È nell’intestino che vengono prodotti numerosi neurotrasmettitori, grazie ai quali si mantiene un dialogo continuo e incessante tra questo organo e il sistema nervoso autonomo. Se si è ino uno stato di disbiosi, come conseguenza può verificarsi una migrazione batterica sistemica, che scatena una risposta immunitaria. E sembrerebbe proprio che questa risposta sia alla base di malattie autoimmuni del sistema nervoso come la sclerosi multipla o alcuni parkinsonismi. Dato che la contaminazione batterica può superare la barriera ematoencefalica, l’azione tossica conseguente può provocare una azione infiammatoria anche a livello cerebrale responsabile di altri problemi come sindromi depressive, disturbi d’ansia, fino alla schizofrenia.
Questi tipi di patologie si contraddistinguono anche per alterazioni tipiche del microbiota. Da qui è nata l’esigenza di comprendere se queste stesse alterazioni erano una conseguenza del problema o la sua causa. Per capire lo stato attuale della composizione numerica della popolazione del nostro microbiota intestinale si consiglia il test metagenomico (fecale) che a differenza di quelli fino ad ora usati, consente una mappatura completa della biodiversità microbica esistente nel campione di feci.
Per capire se siamo in uno stato di infiammazione cronica sono necessari questi tipi di esami di laboratorio:
Secondo le ultime rilevanze scientifiche si è potuto appurare che:
Nella Sindrome depressiva si ha una riduzione di Prevotella, Dialister e Faecalibacterium
Nel Morbo di Parkinson si ha una riduzione di Prevotellacee, Faecalibacterium, Coprococco e Roseburia
L’ Alzheimer è sovente correlato a malattie dismetaboliche (diabete, obesità) che, a loro volta sono associate a disbiosi
Per quanto riguarda invece la Fibromialgia, che è un disordine cronico che comprende un discreto numero di sintomi (Mialgie diffuse, Fatica cronica, Variazioni dell’umore, Bassa soglia del dolore (iperalgesia) Calo dell’attenzione Sonno interrotto..) sembrerebbe proprio che la serotonina giochi un ruolo estremamente importante nella sensibilità al dolore, nel ritmo sonno-veglia, nell’appetito, nel umore, nella nutrizione e nel funzionamento gastro-intestinale e nella funzione motoria.
In caso di Sindrome fibromialgica si consiglia una dieta ad esclusione del fruttosio perché il fruttosio in eccesso sarebbe la causa del basso assorbimento di triptofano, essenziale per la produzione della serotonina, che è l’ormone del benessere. In conclusione si è visto che un regime ad alto contenuto di carboidrati (e di fruttosio in particolare) peggiorava i sintomi della Fibromialgia.
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