In questa puntata di Laboratorio Salute incontriamo Bernard Rouch, uno dei più grandi esperti di Terapie Egizio Essene e di esoterismo.
Con la sua “Medicina”, Bernard Rouch ha aiutato migliaia di persone in tutto il mondo. Il suo lavoro è anche di grande importanza per mantenere vive queste antiche tradizioni di saggezza e continuare a renderle accessibili al nostro mondo moderno tormentato.
Insieme conosceremo la sua storia prima di arrivare a quello che fa oggi.
Bernard Rouch, concepito in Srilanka ma nato a Montpellier (Francia) nel 1968, ha conosciuto fin dalla primissima infanzia la filosofia spirituale indiana trascorrendo molti periodi in monasteri tibetani.
Il padre, di religione ortodossa, era un funzionario dell’Ambasciata Francese in India di Nuova Dheili.
Per sei anni ha vissuto in India dove ha conosciuto il lama e vissuto con i grandi maestri spirituali.
Poi ha vissuto per 7 anni in Messico dove ha conosciuto la cultura Maya entrando in contatto con la medicina sciamanica.
Quando i suoi si sono separati, all’età di 13 anni è ritornato in Francia a vivere con gli zii.
La madre a quel tempo è diventata Monaca Buddista e si è trasferita in un convento in America dove vive tutt’ora e dove ogni estate Bernard si reca a trovarla.
Fin dall’adolescenza ha sviluppato una grande sensibilità nell’approccio dei corpi sottili e delle realtà di tipo energetico e metafisico, frequentando il gruppo originale che ha riscoperto le Terapie Egizio-Essene.
Ha completato i suoi studi conseguendo una laurea in Ingegneria (Laurea in ingegneria presso l’Istituto Nazionale delle Science Applicate di Tolosa) e un Master della scuola Nationale Supérieure des Télécommunications di Parigi. Con un’esperienza trentennale, da oltre una ventina d’anni insegna a gruppi di allievi sempre più numerosi in varie città italiane e all’estero, in Francia, in Spagna, e in Québec (Canada).
Insieme tratteremo questi argomenti:
Coppia. Come affrontare la sfida, come vivere oggi in coppia, come sviluppare la relazione, quali insegnamenti gli antichi ci hanno lasciato e come possiamo attualizzarle.
Essere in coppia significa ritrovare l’altro, e attraverso l’altro ritrovare noi stessi. La coppia è una sfida per la nostra crescita. Come imparare a migliorare la relazione di coppia? Ci sono sette livelli che hanno bisogno di essere attivati… Capiamo in che modo riusciamo ad amare in base al livello sui cui siamo… I sette livelli dell’amore: Livello 1 E’ la base, è la coppia stessa. Il rischio qui è di cadere nella fusione o nell’eccessivo distacco. La coppia è un tempio e i due partner ne sono le colonne. Il tempio è solido e rimane in piedi se le colonne non sono troppo vicino né troppo lontane: bisogna trovare la distanza giusta. A livello base ci sono le questioni pratiche come i soldi. Come gestirli? Chi deve farlo? Chi paga cosa? L’importante è parlarne e cercare di trovare un equilibrio. Livello 2 Questo livello è legato alla tenerezza, alle coccole, al nutrirsi con le piccole attenzioni. Questo livello è il nutrimento della relazione. Per attivarlo, dobbiamo ritrovare l’anima del bambino che è in noi, e che ama giocare, che guarda alla qualità della condivisione del tempo. Questo livello si alimenta anche di passione, che va vissuta in modo naturale e semplice. Inoltre, è importante mantenere la priorità dell’altro. Ci sono amici e conoscenti, ma il partner deve rimanere nella cerchia più vicina. Bisogna imparare ad avvertire i segnali dell’allontanamento o dell’avvicinamento di un’altra persona… ma se non ce ne accorgiamo e lasciamo fare alle situazioni in modo casuale, non impariamo veramente a crescere. A questo livello si trova anche l’impegno: sapere che io per te ci sono. E se c’è un problema, se mi accorgo che c’è un allontanamento, ne parliamo. Livello 3 Qui c’è lo scambio, l’interazione. Dietro ogni relazione d’amore c’è di base amicizia. C’è un confronto che permette la crescita, sapendo che l’altro mi rispecchia e mi fa crescere. Questo livello si alimenta facendo attività in comune, per poter parlarne e avere qualcosa da condividere insieme e da potersi scambiare. Livello 4 E’ quello del vero amore. Spesso le relazioni si limitano ai primi tre livelli. E l’agape dei greci, l’amore che dà perché ha voglia di dare, senza aspettare nulla in cambio. Nell’innamoramento vero, tu mi aiuti a riconoscere e a vedere l’altra parte di me che da solo non vedo. Livello 5 Qui troviamo l’azione e il progetto comune. Siamo nella coppia per cercare di sopravvivere o dire solo “ti amo… ti amo” oppure c’è qualcosa che dobbiamo costruire insieme…? La risposta appartiene a questo livello. A questo livello si manifesta e si costruisce nell’amore. Questo livello è molto importante, riguarda l’imparare a comunicare bene… E qui io riesco a parlare con te perché ti ascolto: l’ascolto è fondamentale… Livello 6 Qui troviamo la visione dell’amore, l’interesse comune, il sognare insieme, l’avere dei sogni più grandi, e osare perdere la testa per l’altro nella visione di un qualcosa di normalmente impossibile e più grande con lui… Tale sogno dovrebbe essere condiviso, ma nella maggior parte della volte c’è solo uno dei due che sogna per tutti e due… sogna da solo, perché in realtà i due partner hanno uno scopo diverso… Livello 7 Si condivide la fede, la speranza, una visione spirituale… Qui si condivide la stessa luce, la stessa direzione, la voglia di una ricerca interiore. Questo è il livello da cui in verità la relazione dovrebbe partire. Quando questi sette livelli sono equilibrati tutti quanti, l’aura della coppia ne guadagna e diventa più integrata. La vicinanza fisica è importante perché permette di lavorare in profondità a livello energetico. Il futuro della coppia Oggi c’è una grande malattia chiamata solitudine… e c’è molta rassegnazione. Non sappiamo più metterci in gioco, non sappiamo andare verso l’altro… così molti hanno delle relazioni virtuali oppure lasciano il partner al primo ostacolo. Nel futuro, la relazione di coppia non è più fine a se stessa, ma è al centro di una comunità e di una rete sociale. Inoltre, la coppia è e sarà sempre più il modo per riscoprire noi stessi. La coppia nel futuro è la dimensione con la quale ricongiungere i due aspetti di noi stessi: maschile e femminile… Cosa ben diversa dalla relazione di dipendenza; anzi, l’altro mi aiuta a scoprire la mia parte mancante, l’altro è lo specchio del mio sé.
Conflitti. Come gestire i conflitti.
Perdono. L’importanza del perdono. Come si deve perdonare. A cosa serve il perdono.
Cancro e gravi malattie. Come si affrontano le gravi malattie. Quali sono gli insegnamenti degli antichi. Come vivevano la malattia. Gli antichi domandavano: Contro chi sei in guerra? Quale guerra c’è ancora innescata in te? L’utilizzo delle terapie Egizio Essene.
Morte: Come prepararsi alla morte? Dopo la morte, cosa succede? Come fare per morire con il cuore leggero (gli antichi Egizi cercavano di morire con il cuore in pace, così come San Francesco predicava di essere in pace con tutti). Bernard, fin da quando era bambino (7 anni), è in grado di fare i Viaggi Astrali, è in grado di uscire dal corpo e vivere uno stato di pre- morte. È questo che lui insegna: la nostra coscienza è capace di fare molto di più rispetto alle capacità che ha il nostro cervello. Sono i nostri limiti che ci bloccano.
Il Divino vuole che viviamo una vita leggera e felice, compreso il passaggio della morte. La morte non è un istante, ma una finestra, un passaggio graduale sia per il corpo sia per la coscienza. A volte entriamo nella morte “subito”, altre volte siamo più attaccati al corpo e impieghiamo un lungo tempo per attraversare questo passaggio. Più siamo pronti a morire, più siamo pronti a vivere. Esseri pronti per la morte, ci permette di godere al massimo della vita. La chiave di una buona morte è la pace. E la pace è data dalle relazioni umane armoniose. C’è un momento in cui andiamo davanti al Padre. Se in quel momento non abbiamo bagagli o rimorsi, potremmo uscire dal ciclo reincarnativo (Samsara). Finché abbiamo un peso nell’anima, la gravità di questo mondo ci attirerà a sé. Se l’evento della morte è troppo impattante per lei, e l’anima non riesce ad accettarlo, non si staccherà definitivamente e rimarrà come un fantasma, imprigionata fra i due mondi. Dopo la morte, ci sono tre giorni al massimo per restare in questa dimensione di mezzo. Non a caso anticamente si aspettavano tre giorni prima di seppellire una persona. Ma se l’anima poi fa di tutto per rimanere, allora rimarrà in uno stato di fantasma. E’ importante mandare amore e bellezza alla persona morte, perché il pianto trattiene l’anima… occorre invece augurarle “Buon viaggio”. E’ nel momento della morte che si vede veramente quanto la vita spirituale è entrata dentro di noi. A seconda dell’evoluzione spirituale raggiunta, si segue nell’aldilà una diversa strada, un diverso cielo: parliamo infatti di sette cieli, ciascuno accessibile a seconda del proprio livello spirituale. Ecco allora che in base a come è stata la nostra vita, sappiamo come sarà la nostra morte. A un certo punto si verifica anche l’incontro con i nostri demoni. Cioè tutte le cose che non abbiamo risolto. La cosa più importante nell’aldilà, quello che veramente ci pesa, non è quello che abbiamo fatto, ma tutti i sogni che non abbiamo realizzato. L’invito della morte è quello di vivere fino in fondo la nostra vita e di osare. Di avere l’audacia di sperimentare e godere dei nostri sogni.
Questa la sua preghiera:
“O Madre Terra, tu che mi nutri ogni giorno. Tu che mi hai dato il mio stesso corpo. Ti ringrazio per questo immenso dono. Tu che sei l’aria di cui mi nutro, ti onoro ad ogni respiro”.
Bernard Rouch
Per contatti:
info@terapie.org,
Cellulare: 338 – 5049076