Ipertensione polmonare, novità nella cura

Ipertensione polmonare è una malattia grave ed invalidante contro cui non bisogna perdere tempo. Michele D’Alto, uno dei massimi esperti internazionali della malattia, fondatore e responsabile del Centro per la diagnosi e la cura dell’ipertensione polmonare all’Ospedale Monaldi di Napoli, al termine del ‘Fifth Focus on pulmonary hypertension’, convegno internazionale che si è appena concluso a Capri, ha evidenziato come oggi le terapie ci siano e vadano messe in campo appena possibile. Oggi c’è maggiore conoscenza della malattia e, fortunatamente, anche una nuova consapevolezza su come riconoscerla prima e anche su come aggredirla. L’ipertensione polmonare è una condizione clinica che colpisce cuore e polmoni, caratterizzata da un aumento della pressione sanguigna nelle arterie polmonari. Esistono 5 forme di ipertensione polmonare e ognuna di queste può avere a sua volta diverse cause scatenanti. I sintomi variano da individuo a individuo: capogiri, dispnea, grande stanchezza, gonfiore alle caviglie. I primi campanelli d’allarme si osservano con lo sforzo fisico, anche banale come dover salire qualche gradino o vestirsi. Inizialmente è asintomatica e quando i sintomi compaiono la malattia è già progredita. Alla diagnosi si arriva attraverso numerosi esami come l’ecocardiogramma, la spirometria, la TAC del torace con e senza contrasto, la scintigrafia ventilo/perfusoria e il cateterismo cardiaco destro. Ma non basta fare gli esami, è necessario anche che siano occhi esperti a leggerli per riconoscere il problema. Per questo non c’è tempo da perdere, ma oggi si sono compiuti importanti passi avanti. Mentre prima alla diagnosi i malati arrivavano con ritardo perché i sintomi della malattia sono subdoli e spesso scambiati per stress o persino come pigrizia, oggi i pazienti vengono più rapidamente indirizzati verso specialisti e centri di riferimento in modo da avere prima una diagnosi. Necessario è però riconoscere la patologia prima che sia tardi, grazie ad una conoscenza medica adeguata. Nei pazienti più giovani e privi di altre patologie una terapia aggressiva e precoce consente a volte di ottenere un miglioramento eclatante, con una ripresa quasi completa delle attività quotidiane ed una buona qualità della vita. C’è poi un’altra grande sfida, quella della genetica, che diventerà un aspetto imprescindibile della diagnosi e della cura della malattia.