Il melanoma cutaneo è al terzo posto per numero di nuovi casi nella fascia di età da 0 a 44 anni e ha un’incidenza in Italia di 14,3 casi per 100.000 uomini e 13,6 casi per 100.000 donne. Allo stesso tempo, però, diminuisce l’incidenza della mortalità grazie ai nuovi trattamenti. A fare il punto sulle nuove terapie per contrastare un tumore maligno tra i più aggressivi, e che origina dalle cellule che producono la melanina, esperti e ricercatori durante uno degli incontri del programma della rassegna Italia Direzione Nord, a Milano. Secondo Michele Del Vecchio, del Dipartimento di Oncologia Medica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori. l’avanzamento della ricerca, i risultati raggiunti e l’eccellenza nel trattamento oggi permettono di dire che i pazienti affetti da melanoma hanno molte più possibilità di guarire rispetto al passato. Quindi se da un lato è vero che l’incidenza è in costante aumento, anche perché si riescono a diagnosticare precocemente grazie alla prevenzione, dall’altro bisogna dire che il trattamento ha diminuito notevolmente l’incidenza della mortalità. Secondo Piergiacomo Calzavara-Pinton, Presidente Sidemast, dell’Università di Brescia, è fondamentale un approccio multidisciplinare valutato su percorsi ad hoc per il singolo paziente. Prevenzione vuol dire anche sottoporsi periodicamente a controlli della pelle, informarsi e adottare delle abitudini sane, rivolgendosi anche ad associazioni che hanno fatto di questi fattori la propria mission, come l’Associazione Italiana Malati di Melanoma. Monica Sandri dell’A.I.Ma.Me, ha spiegato che si tratta di un’associazione nata dall’impulso di un piccolo gruppo di pazienti che hanno ravvisato in Italia la necessità di sviluppare e diffondere una corretta informazione e conoscenza per i malati di melanoma su questa malattia e sui problemi correlati e offrire indicazioni e supporto anche psicologico per affrontarla, rappresentandone finanche gli interessi. La diagnosi di melanoma rappresenta un momento critico nella vita del paziente e del dermatologo che lo assiste, da qui l’importanza di poter garantirgli un percorso completo in un contesto multidisciplinare.