Cesio 137, Brescia: la provincia contaminata

Cesio 137, Brescia: la provincia contaminata

Il cesio 137 è un isotopo radioattivo artificiale salito alle cronache in seguito all’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl. L’esposizione esterna a grandi quantità può aumentare il rischio di cancro e creare gravi danni anche all’ambiente.

La sua presenza di nella provincia di Brescia risale a qualche decennio fa, in particolare a Capriano del Colle, dove, negli stabilimenti della raffineria Metalli Capra, venne fusa una partita di alluminio contaminato dal Cesio 137 proveniente dall’Europa dell’Est. Le scorie vennero sepolte in quella che era un’ex cava di argilla che l’azienda utilizzava come discarica di rifiuti industriali. E nel bresciano, di casi come questo, purtroppo, ce ne sono altri. Il sito di Capriano, in questo momento, produce percolato, un liquido che dalle acque piovane, entrando in discarica, si sporca con il materiale stoccato ed è necessario gestirlo per evitare che si diffonda in ambiente. Prima della dichiarazione di fallimento della Raffineria Metalli Capra, avvenuta nel gennaio 2019, secondo le indicazioni delle Prefettura di Brescia, il percolato veniva estratto dalla discarica e trasferito presso uno stabilimento in provincia di Pavia incaricato dello smaltimento. Quando è intervenuto il fallimento, i curatori Davide Felappi, Stefano Midolo e Leandro Di Prata sono stati informati che la società pavese non era più in grado di accettare il percolato e nessun altro operatore del settore si è dichiarato disponile a riceverlo.

Da qui la necessità di trovare una soluzione, vista la delicatezza della situazione ambientale e la stretta attività di collaborazione con la Prefettura.  L’obiettivo di tutto gli attori coinvolti in questa partita è quello di arrivare, in tempi brevi, alla messa sicurezza permanente del sito stilando un progetto che attende approvazione. Grazie all’autorizzazione concessaci dai curatori fallimentari, siamo riusciti ad entrare nel sito per documentare la serie di interventi che, su indicazione del Prefetto, hanno permesso di allargare e consolidare le cisterne nelle quali viene conservato il percolato. Nella zona est di Brescia c’è però un altro allarmo cesio, rappresentato dalla ex cava Piccinelli. Proprio in questi giorni è stato ottenuto il finanziamento di un milione di euro che servirà per la messa in sicurezza definitiva dell’area e la rimozione del terreno in cui sono state trovate 1800 tonnellate di scorie contaminate di cesio 137.

La questione ambientale, a Brescia, è diventata ormai un problema e a questo tema abbiamo dedicato un ampio speciale.