Intelligenza artificiale per diagnosi precoce demenze
L’intelligenza artificiale impiegata per una diagnosi più precisa sulle demenze che colpiscono gli anziani e trovare non solo nuove terapie personalizzate, ma anche comprendere quale sia il ruolo delle infiammazioni cerebrali. E’ l’obiettivo dello studio di Paolo Bosco, ricercatore della Fondazione Stella Maris di Pisa.
Lo studio intitolato ‘Identificazione di biomarcatori di neuroinfiammazione e di imaging per mezzo di tecniche di intelligenza artificiale guidate dai dati, al fine di risolvere il problema dell’eterogeneità dei soggetti anziani a rischio di demenza e per disporre adeguate strategie preventive’ avrà una durata triennale.
Le demenze ci impiegano anni a manifestarsi con graduali processi di cambiamento funzionale e alterazioni strutturali del cervello che solo ad un certo momento si manifestano con sintomi cognitivi.
“Le ricerche condotte finora – osserva Bosco – suggeriscono che l’infiammazione del sistema nervoso centrale possa agire come principale regolatore dell’invecchiamento sistemico. Infatti l’infiammazione cronica influisce negativamente sulla funzione neuronale, e diverse malattie neurodegenerative croniche come la demenza di Alzheimer e la malattia di Parkinson sono state associate a risposte infiammatorie anormali. I recenti e straordinari sviluppi nelle tecniche di intelligenza artificiale sono una grande opportunità nel dipanare le fonti di eterogeneità di dati con alto numero di parametri (come quelli che prevedono misure di neuroimaging). In particolare, recenti tecniche hanno mostrato di poter identificare elementi comuni in sottogruppi di soggetti appartenenti a grandi coorti. Il nostro studio si propone di applicare queste metodiche per gettare nuova luce sui diversi meccanismi fisiopatologici coinvolti nei processi neurodegenerativi e aprire alla possibilità di interventi personalizzati per i diversi profili di patologia”.
Lo studio recluterà a Pisa complessivamente 105 soggetti che verranno seguiti per un anno mezzo.