Lombardia Una notizia attesa, quella del Tar di Brescia, che nella sentenza di ieri ha respinto il ricorso della Wte negando l’autorizzazione ambientale all’azienda di Quinzano nella Bassa Bresciana. Il Tribunale amministrativo non ha quindi accolto l’istanza presentata dall’azienda contro la Provincia di Brescia, Arpa, Ats e Comune di Quinzano, chiedendo l’annullamento dell’atto di revoca dell’Aia, Autorizzazione integrata ambientale, disposta dal Broletto. Restano dunque fermi gli impianti di quell’impresa balzata alla cronaca per essere stata la responsabile dello spandimento di fanghi tossici. 150mila tonnellate di veri e propri reflui in agricoltura che sono finite sui terreni agricoli e poi sulle nostre tavole. L’inchiesta è stata coordinata dal Tribunale di Brescia e condotta dai carabinieri Forestali, che hanno apposto i sigilli a tutte le proprietà aziendali compresi tre stabilimenti siti a Calcinato, Quinzano e Calvisano. L’accusa è quella di aver smaltito tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi ed altre sostanze inquinanti spacciati per fertilizzanti e per gessi di defecazione su circa 3mila ettari di terreni agricoli nelle regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. In Lombardia sono 78 i Comuni coinvolti: 31 nel Bresciano, 14 nel Cremonese, 11 nel Milanese, 7 del Mantovano, 4 del Lodigiano, 2 del Pavese, 1 del Comasco. una vicenda che ha riguardato anche il cremasco, cremona e 14 paesi di provincia come Castelleone, Casalmorano e Formigara. E se sul fronte giudiziario arrivano novità rincuoranti ci si chiede a che punto è la bonifica dei terreni se sia stata avviata oppure no.