Comunità energetiche (Cr), obiettivi lontani

Cremona. Le CER, ovvero le comunità energetiche da fonti rinnovabili introducono e garantiscono un diritto fondamentale per ogni cittadino, quello dell’accesso all’energia. Si tratta di una rivoluzione sistemica soprattutto laddove il degrado energetico si trasforma degrado sociale, e che consentirà non solo di abbattere le emissioni ed i costi dell’energia, ma anche di ridurre la povertà energetica: l’energia prodotta in eccesso, infatti, viene messa a disposizione di chi ne ha più bisogno, favorendo così aggregazioni virtuose. L’obiettivo è sfidante ed è quello arrivare alla nascita di 6 mila Comunità energetiche nei prossimi 5 anni arrivando a 1.300 MW, ma ad oggi l’ambizione fa a pugni con la realtà. A causa della lungaggini burocratiche di recepimento di alcune direttive europee, e la mancanza di figure tecniche specializzate, i numeri registrati a fine 2022 sono ancora bassi. Sono solo 100, infatti, le CER mappate ad oggi da Legambiente tra le realtà già operative (35), e le restanti in fase di progettazione e realizzazione. Stando alla media di incremento impiantistico rinnovabile attuale e alla parallela riduzione dei consumi attraverso l’efficienza, al nostro Paese occorreranno quasi 70 anni per raggiungere gli obiettivi fissati dall’UE. Nonostante questi dati non incoraggianti si registra grande fermento nella nostra provincia. Oltre ai due progetti presentati recentemente da AEM che, in partnership con il comune di Cremona, installerà un parco fotovoltaico di 1MW/h in via Postumia e quello che consentirò di sfruttare in modo graduale l’ampio spazio la discarica di Malangnino, c’è anche un importante progetto presentato dal comune di Crema. Si tratta dell’implementazione di una CER nell’area ex Olivetti, con annessa l’università, grazie all’accordo con le imprese presenti nella zona e con i condomini del complesso di via Bramante. L’interesse attraversa tutta la provincia e sono molti comuni che hanno risposto alla call lanciata da regione Lombardia negli scorsi mesi per supportare gli enti locali nella realizzazione dei loro progetti. Negli scorsi giorni si sono tenute ad esempio assemblee pubbliche molto partecipate nei comuni di Offanengo, Pizzighettone, Ripalta Cremasca e Monte Cremasco con l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza, spiegare i benefici, e raccogliere adesioni. Molti comuni del cremasco si avvarranno della consulenza della partecipata consorzio.it, che si farà carico degli aspetti tecnici, burocratici e di coordinamento, coadiuvando gli uffici tecnici dei comuni che spesso non hanno a disposizione figure specializzate per questo tipo di progettualità. Negli scorsi mesi grazie all’assistenza tecnica e ai fondi messi a disposizione dal bando “Alternative” son partiti i progetti “Una Comunità Energetica per le Comunità” della Fondazione Casa Famiglia S.Omobono Onlus di Cremona e le Comunità Energetiche Rinnovabili di Sospiro, con capofila l’Istituto Ospedalieri di Sospiro Onlus, e nel casalasco quelle di Piadena, di Soresina e Gussola. Complessivamente i 5 territori riusciranno a produrre il corrispettivo del consumo energetico di circa 535 famiglie riducendo di 472 tonnellate le emissioni di CO2 ogni anno.

Marco Degli Angeli