Le colline di rottami ferrosi sono entrate ormai a far parte dello skyline di Cremona, così come i rumori e le polveri metalliche sono diventate parte integrante della quotidianità degli abitanti del quartiere di Cavatigozzi. “Qui ci si abitua a tutto” dice rassegnato qualche abitante, ma la sensazione diffusa è che “non ci sia mai fine al peggio”. Avrebbe dovuto essere un deposito di rottami temporaneo, quello in via Acquaviva n.6. L’utilizzo dell’area, infatti, sarebbe dovuto cessare il 30 dicembre 2020, ma a quasi tre anni di distanza i bracci meccanici sono ancora perfettamente in funzione. Salvo momenti di illusoria tranquillità non sono mai cessati i disagi nei confronti dei cittadini, costretti a vivere tra mille disagi e nella certezza di essere stati dimenticati dalle istituzioni. Anche le |
ultime voci che erano circolate lo scorso dicembre e che davano per certo lo svuotamento del deposito entro la fine del 2022 per consentire la realizzazione dell’ampliamento del capannone già esistente, come area coperta di deposito materiale, sono state ancora una volta disattese. Non sembra quindi esserci nessuna dismissione all’orizzonte, al contrario in queste ultime settimane l’attività si è ulteriormente intensificata e atestimoniarlo ci sono i numerosi messaggi di lamentela di cittadini che segnalano la presenza quotidiana di colonne di mezzi pesanti pronti a conferire materiale ferroso e un fragore continuo. Ad oggi nessuno conosce lo stato dell’arte inerente la richiesta di autorizzazione per la realizzazione delle barriere anti rumore che erano state promesse negli scorsi anni. Nebbia fitta anche per quanto riguarda le azioni che gli enti preposti intendono mettere in campo per il contenimento delle polveri. In generale non ci sono risposte certe sul destino dell’area e nemmeno se il deposito verrà in parte dislocato a Sesto nella località definita ” Arvedi 2″ o al di là del canale sempre su via Riglio, lontano dalle abitazioni. In tre anni nulla è cambiato, e a nulla sono valse le proteste, gli esposti e l’interesse della stampa nazionale. In mezzo a tutta questa incertezza e a tutto questo polveroso rumore rimane la certezza del silenzio dell’amministrazione, che in questi anni non è stata incisiva nel saper trovare delle soluzioni alle motivate lamentele degli abitanti del quartiere, e che fa apparire come una mera spolverata di verde in mezzo a boati metallici, tir e inquinamento, la recente piantumazione di 40 querce nel parco di via Zana, a nord del quartiere di Cavatigozzi. La disillusione e la rassegnazione è evidente, ed il fatto che ad oggi nel quartiere non si sia ancora ricostituito il comitato di quartiere, dopo le dimissioni dei vecchi consiglieri, è la cartina tornasole di una sfiducia sempre più crescente nei confronti delle istituzioni. |