Strage di agnelli per Pasqua

Sembra che l’agnello sia ancora il simbolo più rappresentativo del pranzo di Pasqua. Secondo una indagine Coldiretti/Ixé sarà servito in 4 tavole su 10 nelle case, nel 45% di ristoranti e agriturismi italiani. Il consumo è ben più alto rispetto alla produzione nazionale: nel 2022, su un totale di oltre 2 milioni (2.199.832) di agnelli macellati nel nostro Paese (fonte Istat), circa 650mila (653.303 animali fonte Eurostat Comext) provenivano dall’estero, principalmente da Ungheria e Romania. Si tratta di animali spesso ancora non svezzati, strappati alle loro madri a pochissime settimane di vita e costretti a sopportare viaggi della durata anche di 30 ore all’interno di camion sovraffollati. Nell’Unione europea, l’Italia è il primo importatore di agnelli vivi, davanti a Francia e Grecia. Essere Animali quest’anno, a partire da Gorizia, ha attivato controlli che hanno riscontrato una situazione di sovraffollamento estremamente grave, con oltre 200 animali in più rispetto al carico previsto. A causa di queste condizioni, gli agnelli si calpestavano fra loro. Tre animali non erano più in condizioni di proseguire il viaggio e per questo le autorità sanitarie italiane hanno deciso di abbatterli sul posto. Uno degli agnelli era rimasto incastrato con una delle zampe nelle partizioni del camion durante le fasi di carico alla partenza: si tratta di un fatto molto grave, su cui il trasportatore non ha vigilato adeguatamente e che dopo 14 ore di viaggio ha concorso alla tragica fine dell’animale. Il veicolo sarebbe poi stato multato per la violazione delle disposizioni del Regolamento europeo, che per gli animali non svezzati prevede un tempo massimo di trasporto di 9 ore, seguito da un’ora di pausa, per poi terminare il viaggio in non più di 9 ore. Ognuno di noi può contribuire ad evitare questa strage, scegliendo con consapevolezza il pranzo pasquale. Meglio optare, dunque, per un agnello di cioccolato!