Sergnano, gas: No dal Ministero a nuovi pozzi

Dopo la sonora bocciatura arrivata dagli uffici tecnici di regione Lombardia, anche il ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha comunicato il suo stop al progetto presentato dalla Stogit per la realizzazione di 38 nuovi pozzi per lo stoccaggio gas nei comuni di Sergnano e Ricengo. Per il dicastero, l’elaborato progettuale sottoposto al vaglio delle istituzioni è carente e insoddisfacente in molte sue parti: manca per esempio una idonea descrizione dei pozzi e del profilo geologico dell’area, e in particolare viene richiesto uno studio specifico per la valutazione del rischio sismico indotto. Come segnalato anche dal comitato dei cittadini contrari al progetto, anche il ministero evidenzia come l’azienda non abbia infatti preso in considerazione la classificazione sismica più aggiornata dai database di riferimento, sottovalutando così i rischi. Una vittoria su tutta la linea, quella ottenuta dal comitato, che nonostante la tardiva e insufficiente informazione promossa dagli enti locali ed il parere sostanzialmente favorevole espresso dal comune di Sergnano, ha visto riconosciuta la quasi totalità delle sue osservazioni. Per quanto riguarda la salute pubblica, infatti, il ministero ha chiesto anche un approfondimento sullo stato di salute della popolazione residente. Ad allarmare l’istituzione romana anche le pesanti ricadute ambientali in un territorio a forte vocazione agricola, gli impatti sulla biodiversità e la mancanza di uno studio sugli effetti dei rumori e delle vibrazioni sul centro abitato. Tra le prescrizioni vengono richiesti anche dei monitoraggi e dei modelli di valutazione degli impatti ambientali sulle matrici suolo, acqua e aria causati da perdite o trafilamenti fisiologici di metano.Dopo i pareri contrari di regione, provincia e ministero, cresce ancor di più il fronte del no, con i comuni di Casale Cremasco e Campagnola Cremasca pronti a votare una mozione contraria al progetto sulla scia di quanto già fatto le scorse settimane dal comune di Pianengo. Sul punto però non si è ancora espressa l’area omogenea cremasca, che su una questione così importante e impattante sul territorio, al contrario, dovrebbe aprire celermente un serio dibattito. Le 9 pagine di osservazioni, a firma del prof. Fulvio Contini, coordinatore della commissione Pniec (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima ) non lasciano quindi spazio a interpretazioni e di fatto impongono uno stop alle trivelle. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare anche la risposta all’interrogazione depositata dal Movimento 5 Stelle al parlamento europeo. Ora l’azienda proponente dovrà presentare al ministero la numerose integrazioni richieste, tra le quali uno studio epidemiologico, uno sismico ed uno di impatto ambientale, entro venti giorni, pena il rigetto della richiesta.