LUCE, SUONO E NUTRACEUTICA PER LA RETINA

Una nuova tecnica prevede la somministrazione di una combinazione di luce e suono sulla retina di pazienti con foro maculare in abbinamento a nutraceutici specifici. Ne ha riferito la rivista americana Ophthalmology Times in un articolo a firma Linda Charter. Secondo il Dr. Roberto Pinelli, fondatore dello Switzerland Eye Research Institute di Lugano, la procedura ha un notevole effetto sull’architettura anatomica della retina interessata dal foro maculare e porta alla chiusura del foro senza la necessità di intervenire chirurgicamente. Pinelli, in un recente articolo, ha spiegato che gli ultrasuoni e la fotobiomodulazione sono stati applicati dopo un campo vibrazionale per stimolare le cellule staminali esistenti, invece di inserirle nell’occhio. Ci sono prove che lunghezze d’onda specifiche attivano il percorso dell’autofagia nella retina, sollecitando il recupero dal danno neuronale traumatico. “Tra le numerose cascate biochimiche che regolano l’integrità neuronale nella retina, il meccanismo dell’autofagia svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento della sopravvivenza cellulare e nel sostenere l’anatomia retinica, compresa la plasticità”, ha affermato il Dr. Pinelli. “Questo è in linea con il coinvolgimento dell’autofagia compromessa nella produzione di una varietà di disturbi retinici”.

Lo studio è stato implementato mediante stimolazione sonora pulsatile sulla base della recente evidenza che la stimolazione dell’autofagia e delle cellule staminali retiniche indotta dall’esposizione alla luce è amplificata dalla terapia di biofeedback acustico. “In effetti, gli impulsi dei suoni di varie lunghezze d’onda stimolano la rigenerazione dei tessuti, e tale effetto è in gran parte fondato sulla stimolazione delle cellule staminali attraverso la sovraregolazione dell’autofagia”, ha concluso Pinelli.