Un nuovo rapporto del Wwf, “Save the Alpine Rivers”, primo studio globale sui sistemi fluviali dell’intero arco alpino, dice che quasi il 90% di tutti i corsi dei fiumi dell’arco alpino sono stati alterati o bloccati da dighe, oppure ne è stata sconvolta in altro modo la loro funzione ecologica. E solo un fiume su dieci in Europa è abbastanza in salute da fornire acqua e riuscire a far fronte ai cambiamenti climatici. A seguito delle gravi alluvioni che hanno colpito l’Europa negli ultimi anni, e negli ultimi giorni il Nord Italia, il Wwf mette in evidenza la necessità di rafforzare la resilienza degli ecosistemi fluviali e chiede ai governi di preparare un piano d’azione per proteggere e ripristinare questi fiumi. Lo studio, condotto in coordinamento con l’Università per le Risorse Naturali e le Scienze della Vita di Vienna, dimostra che le acque dei fiumi alpini sono in una condizione drammatica: “solo l’11% dei fiumi alpini è intatto”, scrive il Wwf. E aggiunge: “In tutto ci sono solo 340 km tra i grandi fiumi delle Alpi che mantengono uno stato ecologico elevato, in contrasto con i 2.300 km classificati come artificiali o profondamente modificati dall’uomo”. Lo studio del Wwf arriva in un momento tragico per l’Italia, funestata dal maltempo e dalle alluvioni che hanno colpito il Nord del Paese, scrive il Wwf Italia. L’aggressione al territorio è caratterizzata da un “consumo di suolo, che in Italia viaggia a ritmi di 93 ettari al giorno”, aggiunge. “L’attuale preoccupazione – conclude una nota – è che, a seguito delle polemiche dopo le recenti sciagure, vengano sbloccati fondi per realizzare interventi a “pioggia”, di tipo “tradizionale” fuori da qualsiasi pianificazione e logica di bacino.
