I nostri amici a quattro zampe come cani e gatti, che sono veri e propri componenti della famiglia per 4 italiani su 10, secondo la legge italiana sono considerati come un elettrodomestico, un tostapane o un televisore.Non è così in altri paesi, come l’Austria e la Germania, dove gli animali domestici sono beni impignorabili. In Italia, infatti, nell’elenco dei beni “oggetto di pignoramento”, non ci sono solo case e automobili, ma anche cani, gatti e furetti, che rischiano così di andare all’asta come un televisore. Dunque, la legge italiana continua a considerare gli animali da compagnia come “cose”, ignorando la dimensione affettiva dell’animale e del padrone e il rapporto che li lega, anche se sono stati fatti passi avanti fatti nella tutela dei nostri amici a quattro zampe. Tessa Gelisio – ambientalista e blogger di Ecocentrica.tv, storico volto di Pianeta Mare e conduttrice – chiama all’azione gli oltre 25 milioni di Italiani che vivono con un animale domestico e rischiano di perderlo per sempre a causa di un pignoramento e lancia la petizione #giulezampe su change.org per chiedere al Governo in particolar modo al Presidente Renzi di non considerare più gli animali domestici come semplici oggetti e, per questo, pignorabili o sequestrabili. Inoltre, “Tutte le nuove norme italiane che puniscono il maltrattamento degli animali o l’omissione di soccorso di questi ultimi a seguito di incidenti stradali non si conciliano con l’equiparazione tra animali e cose” spiega Michele Pezone, avvocato e Responsabile Diritti Animali di Lega Nazionale per la Difesa del Cane. – Tali norme, infatti, non tutelano solo l’umano sentimento di pietà nei confronti degli animali, ma anche questi ultimi in quanto esseri senzienti. Questa nuova sensibilità cui è finalmente approdata la legislazione apre nuovi scenari, in quanto non possono non essere prese in considerazione le implicazioni affettive che risiedono nel rapporto uomo-animale. Se l’art. 514 del codice di procedura civile vieta il pignoramento dei beni che hanno valore affettivo, come la fede nuziale, per evitare forme di pressione psicologica sul debitore, non si vede come si possa invece ritenere pignorabile un animale domestico che da anni vive insieme al suo proprietario. Il pignoramento deve colpire il patrimonio del debitore e non i suoi sentimenti! In questo caso, poi, alla violenza psicologica che si opera sul proprietario si aggiunge le sofferenza che si infligge all’animale, che si sradica dal suo ambiente per destinarlo, peraltro, a non si sa quali strutture in attesa di una improbabile vendita all’asta”.
Firma qui: https://www.change.org/p/no-al-pignoramento-degli-animali-domestici-firma-giulezampe-4