Stop al commercio di animali vivi in mattatoi in zone di guerra

Il video contiene scene che potrebbero turbare la vostra sensibilità 

Esiste un commercio segreto di animali vivi che dagli allevamenti europei finiscono nei mattatoi di zone di guerra come la Striscia di Gaza, Israele e l’Egitto. Questa ennesima, terribile crudeltà nei confronti di povere creature è stata svelata e documentata dall’associazione Compassion In World Farming. I coraggiosi video-operatori hanno dovuto recarsi presso una delle zone più pericolose al mondo: il confine Kerem Shalo, controllato dagli israeliani,tornando con delle prove  e delle immagini scioccanti. I bovini raggiungono questi luoghi disastrati dopo aver viaggiato per migliaia di chilometri via terra e via mare, dalla Romania e dall’Ungheria – attraversando Israele – verso i macelli di Gaza, strutture totalmente inadeguate in cui è semplicemente impossibile macellare un animale senza causargli immense sofferenze. Per non parlare della mancanza di formazione degli operatori per eseguire questa barbara pratica. Le mucche vengono trascinate con corde dal retro dei camion, legate a colonne, accoltellate alla gola e squarciate ripetutamente. Gli animali si dimenano terribilmente per rimanere in piedi ma quando crollano a terra devono sopportare secondi, se non minuti interi, di terribile agonia, mentre gli operai del macello continuano a tagliare le loro gole. Gli animali vengono macellati in mezzo a sangue, urina, e feci e in questo modo la carne può venire facilmente contaminata da batteri pericolosi. Queste condizioni, oltre ad essere crudelissime verso gli animali, mettono a rischio la sicurezza alimentare e la salute della popolazione di Gaza. Questo tipo di trattamento sarebbe completamente illegale all’interno dell’Unione Europea, ma quando i bovini varcano i confini non sono più protetti da alcuna legge.?Dai dati forniti dell’UE sembra che questo commercio non esista. Nessuno stato membro riporta l’esistenza del commercio di animali vivi verso la Striscia di Gaza o verso qualsiasi altro luogo all’interno dei Territori Palestinesi Occupati. Ma, secondo le cifre ottenute dalle autorità israeliane, nei primi 10 mesi del solo 2014, ben 27.000 animali europei sono entrati negli OPT. Non si tratta di un caso isolato. La verità è che, quando gli animali vengono esportati vivi fuori dall’UE, può accadere loro qualsiasi cosa. Nessun governo sa ufficialmente dove siano diretti gli animali, come vengono trattati e come vengono uccisi. Una volta che lasciano l’UE, la Commissione Europea se ne lava le mani. In una recente corrispondenza con CIWF, il capo della Commissione UE ha dichiarato che sebbene la legge europea dichiari che il benessere animale deve essere pienamente rispettato, questo principio non si applica agli animali che vengono esportati verso Paesi terzi. Una realtà ingiusta che ha spinto Compassion In World Farming a lanciare una petizione per chiedere alla Commissione UE di agire per vietare il trasporto di animali vivi dall’Unione Europea verso Paesi non europei. Se anche voi, come noi, pensate che tutto questo debba finire al più presto, sottoscrivete la petizione su sito dell’associazione: www.ciwf.it