Una cellula

Miopia: il rischio aumento se i bambini non giocano all’aperto

Nella puntata di Box Visione andata in onda 24 Febbraio Dr. Pinelli ci ha parlato della nuova ricerca scientifica fatta da un gruppo di ricercatori della Northwestern Medicine di Chicago. A capo della ricerca il ricercatore e assistente professore di oftalmologia, Greg Schwartz, hanno scoperto una cellula che potrebbe causare la miopia quando smette di funzionare correttamente. La disfunzione potrebbe essere collegata alla quantità di tempo che il bambino trascorre al chiuso, lontano dalla luce naturale.

La cellula si trova all’interno della retina, è molto sensibile alla luce e controlla la crescita dell’occhio e come questo si sviluppa. Quando l’occhio si sviluppa in misura eccessiva le immagini non riescono a essere focalizzate sulla retina, causando la visione miope e una vita di occhiali correttivi o lenti a contatto.

«C’è un momento esatto durante l’infanzia in cui l’occhio deve smettere di crescere» sostiene il ricercatore «Da tempo è noto che la retina invia una sorta di segnale finalizzato alla focalizzazione dell’immagine, di fondamentale importanza per regolare la corretta crescita dell’occhio durante l’infanzia. Ma per anni nessuno ha mai saputo che tipo di elemento attivasse questo segnale. Con questa ricerca, abbiamo trovato l’anello mancante: la cellula che svolge quel compito e il circuito neurale che permette questa importante funzione visiva»

Lo spettro di luce indoor ha un alto contrasto rosso/verde, che attiva questi cluster di fotorecettori all’interno dell’occhio umano, creando sulla retina l’equivalente di un’immagine di contrasto artificiale. Quindi troppo tempo passato in casa può innescare la miopia.

«È probabile quindi che la versione umana del cellule gangliari “ON Delayed” della retina è sovrastimolata da tali modelli, causando un’eccessiva crescita dell’occhio, che porta alla miopia» sotiene Schwartz.

Per condurre lo studio, Schwartz e Adam Mani, PhD in oftalmologia, hanno utilizzato elettrodi di vetro microscopici per registrare i segnali elettrici inviati dalle cellule all’interno della retina di alcuni topi e presentando i modelli di luce su un proiettore digitale. Il prossimo obiettivo sarà trovare il gene specifico di questa cellula. In seguito gli scienziati potranno modificare la loro attività prendendo come riferimento il modello genetico delle cavie per cercare di indurre o curare la miopia.

La scoperta fa parte di una più ampia ricerca in cui Schwartz intende decifrare altri tipi di elementi interni alla retina. La retina infatti possiede circa 50 tipi di cellule gangliari, che insieme trasmettono tutte le informazioni che vengono utilizzate per la percezione del mondo visivo. Ciascuna di queste fornisce diverse informazioni – come il colore o il movimento – da qualsiasi punto dello spazio. Grazie al finanziamento del National Institutes of Health (NIH), vuole identificare le nuove cellule per la loro funzione specifica, analizzare le loro firme genetiche e capire come queste siano interconnesse all’interno della retina e il loro collegamento con il cervello.

La sua ricerca potrebbe individuare un nuovo bersaglio terapeutico per il controllo della miopia e portare alla terapia genica finalizzata alla cura della cecità e al miglioramento di protesi retiniche artificiali.