Sanità, 13 milioni di italiani non si curano

Non guadagnano le prime pagine dei giornali, ma sono dati che fanno tremare le vene dei polsi: 13 milioni di persone in Italia si curano in ritardo o non si curano affatto a causa di problemi di accesso alla sanità pubblica per le liste di attesa troppe lunghe o per la difficoltà a raggiungere i presidi ospedalieri. Oltre un italiano su due ha dovuto affrontare negli ultimi anni spese sanitarie di “tasca propria” per l’acquisto di servizi e prestazioni mediche, per una spesa complessiva di 39,5 miliardi di euro. Di questi solo 5 miliardi, poco meno del 13%, sono stati “intermediati” da forme sanitarie integrative, lasciando quindi i cittadini di fronte alla necessità di dover ricorrere, ove possibile, ai propri redditi e risparmi. La prevenzione è la prima ad essere trascurata. È la sintesi di una ricerca della Fondazione Ania, presentata al Meeting di Comunione e liberazione, dove ha fatto tappa per il sesto anno consecutivo, lo Street Health Tour, l’iniziativa itinerante che nell’ultimo anno ha toccato 20 città italiane. Alla fiera di Rimini, per una settimana, la onlus delle compagnie assicurative ha proposto check-up medici gratuiti per vista, funzionalità respiratorie e cardiache. È da questi controlli che emergono i dati più preoccupati. Il 32% degli italiani è in sovrappeso (i bambini con disturbi alimentari sono il 9%). Il 30% conduce una vita sedentaria (il 35% dei bambini resta oltre 2 ore al giorno davanti alla tv). Il 16% degli italiani abusa di bevande alcoliche ed il 22% degli italiani fuma.Le patologie cardiovascolari che tendenzialmente vengono identificate sugli uomini hanno un’incidenza elevata nelle donne. “Nelle iniziative che stiamo portando avanti negli ultimi anni abbiamo riscontrato che 7 italiani su 10 non si sono mai fatti visitare da un oculista. Se andiamo poi sul tema delle malattie cardiovascolari riscontriamo percentuali ancora più alte. Quest’anno al Meeting abbiamo addirittura voluto portare uno screening preventivo sui melanomi e sulla parte dermatologica, perché riteniamo che sia un argomento molto sottovalutato e poco sentito dalla popolazione”. Un’attenzione particolare è dedicata alle malattie neurodegenerative e a quelle collegate all’avanzamento dell’età, aree nelle quali emerge che 1 milione di italiani soffre di disturbi cognitivi, tra questi 600mila sono malati di Alzheimer. Tre milioni sono le persone coinvolte in maniera indiretta dalle conseguenze si queste malattie che costano ogni anno 11 miliardi di euro, una spesa che nel 73% dei casi è a carico delle famiglie. “Il nostro è uno screening informativo, quindi se riscontriamo dei segni che possono essere predittivi di una patologia, invitiamo le persone, dandogli anche un referto della visita che hanno effettuato da noi, di andare presso il loro medico curante per fare approfondimenti. Vogliamo dare un input che va poi approfondito. Ad esempio ieri abbiamo trovato due persone che avevano un sospetto melanoma e le abbiamo immediatamente indirizzate presso un istituto ospedaliero di dermatologia per fare tutti gli approfondimenti del caso”.