Il Sarno invaso da bottiglie, flaconi, bicchieri, buste e confezioni per alimenti. Contenitori e imballaggi in plastica usa e getta sommergono l’area marina in prossimità della foce del fiume campano. È quanto emerge dalle attività di ricerca e documentazione svolte da Greenpeace e Castalia nell’ambito del Tour MayDaySOSPlastica.
Come se non bastasse quella documentata anche in queste immagini è solo la parte visibile del problema.
I fiumi possono infatti portare in mare anche grandi quantità di microplastiche non individuabili a occhio nudo.
Secondo studi recenti l’80 per cento delle microplastiche – particelle inferiori ai 5 millimetri di dimensioni – ha origine in ambienti terrestri e da lì, trasportata principalmente dai fiumi, arriva nei mari di tutto il mondo.
I fiumi, quindi, sono dei veri e propri nastri trasportatori di rifiuti plastici dai centri urbani fino a quella che sta ormai diventando la più grande discarica del Pianeta: il mare.
L’associazione ambientalista sta effettuando, in collaborazione con The Blue Dream Project e i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche e CNR-IAS, un tour del Tirreno centrale per monitorare l’impatto dell’inquinamento da plastica nei nostri mari.
Dalle indagini svolte nei giorni scorsi emerge che la situazione alla foce del fiume Sarno è davvero allarmante.Il Tour MayDaySOSPlastica si concluderà l’8 giugno, Giornata mondiale degli Oceani, all’Argentario.