La testa che pulsa, un dolore intenso, spesso associato a nausea, vomito e ipersensibilità a luce, suoni e odori. Sono questi i sintomi dell’emicrania, malattia neurologica fortemente debilitante. Lo studio My Migraine Voice, presentato da Novartis al congresso della European Academy of Neurology (Ean) ad Oslo e condotto su oltre 11.000 persone in 31 Paesi tra cui l’Italia, rileva che l’emicrania ha ripercussioni significative nella vita quotidiana e nel lavoro, evidenziando la necessità di una migliore gestione attraverso trattamenti più efficaci. Come illustrato dal professor Piero Barbanti, Direttore dell’Unità per la Terapia e la Ricerca su Cefalee e Dolore dell’Istituto San Raffaele Pisana di Roma, l’emicrania colpisce in particolare tra i 35 e i 45 anni, la fase della vita in cui l’individuo è al massimo della produttività, e spesso si traduce in disabilità temporanea legata agli attacchi o ai sintomi che possono durare per giorni. Si stima che i costi complessivi legati alla patologia in Europa vadano dai 18 ai 27 miliardi di euro all’anno, la maggior parte indiretti legati ad esempio alla ridotta produttività e all’assenteismo. Secondo i dati presentati, in Italia il costo annuale legato alla perdita di produttività dovuta ad emicrania in persone con 4 o più giorni di emicrania al mese può raggiungere i 7,6 miliardi di euro. I dati rivelano inoltre come la patologia porti una riduzione complessiva della produttività lavorativa di oltre la metà. Uno dei limiti maggiori delle terapie preventive attualmente disponibili consiste nell’utilizzo di quelle mutuate da altre indicazioni come antidepressivi, antiepilettici, beta bloccanti e calcio antagonisti, spesso associate ad eventi avversi che nel 20-40% dei casi sono causa di interruzione del trattamento. C’è una nuova classe di farmaci, anticorpi monoclonali anti CGRP, specifica per l’emicrania: tra questi erenumab è la prima molecola autorizzata dall’Agenzia Europea dei Medicinali. I risultati dopo un anno hanno dimostrato una riduzione di almeno la metà del numero di giorni con emicrania al mese nel 65% dei pazienti, la riduzione del 75% nel 42% dei pazienti e l’assenza di giorni con emicrania dopo un anno di trattamento nel 26%. L’emicrania viene ancora troppo spesso considerata solo come un forte mal di testa: i risultati di questo studio fanno finalmente luce su una malattia invisibile, ma debilitante, che in Italia colpisce circa 6 milioni di persone”.