l vertice di una banda di bracconieri che operava all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è stato smascherato in un’operazione effettuata domenica pomeriggio dai Comandi stazione di Avezzano e di Gioia dei Marsi del Corpo forestale dello Stato. A seguito di una intensa ed efficace attività di investigazione, i Forestali coordinati dal Comando Provinciale di L’Aquila e dal Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Pescasseroli hanno colto in flagranza di reato, in località S. Sebastiano del comune di Bisegna (AQ), due bracconieri “storici”, già attenzionati da tempo perché notoriamente dediti alla caccia di frodo e con precedenti penali specifici. Al momento del blitz uno dei due è scappato dileguandosi nella fitta vegetazione, ma inseguito dai Forestali è stato bloccato. L’altro, che impugnava una carabina con matricola abrasa, dotata di un sistema ottico decisamente professionale, vistosi circondato si è fermato all’alt. Nell’eseguire le perquisizioni domiciliari sono state sequestrate anche carabine, pistole, munizioni, armi da punta e da taglio, trofei, fauna tassidermizzata nonché parti di cinghiale congelato. I reati contestati vanno dall’esercizio di attività venatoria in area protetta, alla detenzione e utilizzo di arma con matricola abrasa. Il Pubblico Ministero reperibile della Procura di Avezzano ha disposto la misura degli arresti domiciliari per entrambi i bracconieri. Ora l’organizzazione è senza punti di riferimento e non si esclude che ci possano essere successivi sviluppi investigativi.
