Un cuore umano che batte su un chip. E’ questa l’eccezionale ricerca portata a termine da un gruppo di bioingegneri dell’University of California (Berkeley), guidati da Kevin Healy destinata a semplificare gli studi su nuovi farmaci e terapie. Lo studio, pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” e corredata da un video è partito da una rete di cellule muscolari cardiache pulsanti, “ospitate” in un piccolo dispositivo di silicone, che riproduce in modo efficace il tessuto del cuore umano. Gli scienziati hanno anche dimostrato la fattibilità di questo sistema come nuovo strumento di screening per i medicinali, testandolo con noti farmaci cardiovascolari. Dunque, la banca degli “organi su chip” vede ora una “new entry”, che rappresenta un importante passo avanti nello sviluppo di metodi accurati e più veloci per testare la tossicità e la sicurezza dei farmaci. Il progetto è finanziato attraverso il Tissue chip for drug screening initiative, una collaborazione lanciata dai National institutes of Health per sviluppare chip 3D dei diversi tessuti umani. Un lavoro che punta a rivoluzionare la ricerca.
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