Cambiamenti nella distribuzione degli organismi nello spazio possono rivelare quando un ecosistema è sull’orlo del collasso. E’ la principale conclusione di uno studio condotto sulle foreste algali dell’Arcipelago Toscano (isola di Capraia) da un’equipe di ricercatori del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e del Mit di Boston. “Graduali cambiamenti nelle condizioni ambientali, come l’aumento della temperatura – spiega una nota dell’ateneo toscano – il sovrasfruttamento delle risorse e la perdita di habitat, possono portare gli ecosistemi sull’orlo del collasso.
Quando un ecosistema si avvicina al punto di non ritorno, diventa maggiormente sensibile a perturbazioni che altrimenti avrebbero effetti trascurabili”. Indicativa la diffusione di una specie in un habitat dove non si dovrebbe trovare: “maggiore è il grado di propagazione, maggiore è la vicinanza del sistema alla soglia critica che lo separa dal collasso”.
I ricercatori pisani, insieme ai colleghi del dipartimento di Fisica del Mit, hanno presentato il primo test sperimentale in natura di questa teoria, utilizzando le foreste ‘in miniatura’ di macroalghe dell’isola di Capraia come sistema di studio, mostrando come lo sfoltimento graduale della foresta, imposto sperimentalmente dai ricercatori, aprisse la strada all’invasione da parte di ‘feltri’ algali, specie di piccole dimensioni generalmente assenti quando la foresta è intatta.