Non conosce tregua l’impennata dell’agricoltura biologica in Italia, che nel 2016 ha visto crescere superfici coltivate ed operatori del 20% e quest’anno, secondo FederBio, segnerà un’altra ”crescita significativa”. Il boom del settore è stato confermato dal ministro Maurizio Martina che ha diffuso le ultime elaborazioni effettuate dal SINAB (Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) per il ministero delle Politiche agricole: nel 2016 le superfici coltivate con metodo biologico nel nostro Paese hanno raggiunto quota 1.795.650, rispetto agli 1,5 milioni del 2015. In termini assoluti, nell’ultimo anno, sono stati convertiti al biologico oltre 300 mila ettari. Mentre gli operatori salgono del 20,3% a quota 72.154. Un dato, quest’ultimo, che consolida ulteriormente il primato dell’Italia in Europa per numero di produttori bio. Tra le colture con maggiore incremento nel bio ci sono gli ortaggi (+48,9%), i cereali (+32,6%), la vite (+23,8%) e l’olivo (+23,7%). Per quanto riguarda la distribuzione regionale delle superfici biologiche, la maggiore estensione è registrata in Sicilia con 363.639 ettari, cui seguono la Puglia con 255.831 ettari e la Calabria con 204.428 ettari. Il punto dolente dell’Italia è che, nonostante sia il primo paese europeo per numero di aziende biologiche ed il secondo per superfici dopo la Spagna, la domanda dei consumatori è in ascesa verticale e per coprire il fabbisogno si ricorre ampiamente alle importazioni. Così come accade in tutta Europa. Nel mondo i produttori biologici – rileva Coldiretti riportando dati Ifoam, la Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica – hanno raggiunto i 2,4 milioni, collocati principalmente in India (585.200), Etiopia (203.602) e Messico (200.039). Per rendere più concorrenziale e incrementare la produzione bio in Italia, quindi, è in discussione in Parlamento il nuovo testo unico sul biologico, già approvato alla Camera ed al vaglio del Senato.
